Classe 1971, nativo della città di Lombard, in Illinois, Jonathan Dylan Barker è un talento emergente dei romanzi gialli, del fantasy e dell’horror.
Jefferey Deaver, lo ha definito un autore dalla “mente meravigliosamente deviata”.
Il suo secondo libro “La quarta scimmia”, edito in Italia dalla “Rizzoli best”, è già annoverato fra i migliori del suo genere. La storia ha colpito alcuni registi e sceneggiatori che stanno pensando a una trasposizione cinematografica.
Con il suo primo romanzo Forsaken (Abbandonato). Barker ha vinto il premio “Bram Stoker Award” per la migliore opera prima. In occasione del premio, il nipote del fondatore, Drace Stoker, ha chiesto a Barker se fosse interessato alla scrittura di alcuni episodi – dei prequel – sulla leggenda del personaggio di Dracula descritti dal nonno. Barker ha accettato senza esitare ed ora è al lavoro per ultimarli..
Ne “La quarta scimmia” l’autore svela i pensieri ed i meccanismi di una mente psicopatica, proprio quella dell’assassino delle quattro scimmie, che da molti anni terrorizza la città di Chicago. Nel libro si contano sette cadaveri, tutte donne di età compresa fra i 17 ed i 30 anni.
Il simbolo,e il titolo del libro, ci riportano a una iconografia giapponese classica: le tre scimmie, quelle famose del ” non vedo, non sento, non parlo”. Ognuna di esse usa i propri arti anteriori per coprire gli occhi, la bocca e gli occhi, che sono proprio il macabro contenuto delle scatole bianche che il killer invia ai genitori delle vittime.
Il libro è ambientato a Chicago, dove si mobilita un’ unità della Polizia Municipale, composta dal detective Samuel (Sam) Porter, capo della squadra speciale, il suo partner Nash, i colleghi Kloz della Centrale Informatica e la simpatica Watson.
Nome in codice della investigazione è l’acronimo creato dallo stesso Porter, “4MK”, tradotto in italiano con “A4S”, Assassino (4)quattro Scimmie. Sam è l’unico ad aver capito le mosse e lo stile del Soggetto Ignoto. Il compito dell’unità è quello fermare per sempre la mano del serial killer.
Gli indizi a conoscenza degli investigatori sono pochi. Le vittime non sono scelte a caso: le donne vengono torturate e fatte a pezzi e, infine, pagano con la morte le colpe ed i reati commessi precedentemente dai loro genitori.
L’inizio del racconto sembra proprio la conclusione della caccia. Il detective Porter accorre sul luogo di un incidente stradale. Sembra un suicidio, ma il morto ha con sé una scatoletta bianca legata con dello spago nero, proprio come il modus operandi del Soggetto Ignoto che traumatizza da anni la città di Chicago. Quella scatola bianca contiene un … orecchio dell’ultima vittima: Emory Connors, di 15 anni, studentessa della scuola “Whatney”, fidanzata con Tyler Mathers.
Quindi non può che essere lui il killer delle quattro scimmie? Sam Porter, però non crede a questa versione, e ad avvalorare i suoi sospetti ci pensano le pagine di un diario ritrovato nella tasca dell’abito della vittima, insieme a pochi altri indizi.
Sam leggerà con molta attenzione il contenuto del diario, come del resto faremo noi ( personalmente l’ho trovato molto intrigante, spesso ho riletto alcuni passi9 . Ed è proprio partendo da quelle pagine, ben descritte nei particolari, che il buon detective Sam, si troverà imprigionato nella mente del killer-psicopatico e verrà improvvisamente proiettato in un infernale viaggio dove rivivrà l’infanzia dello stesso assassino, un bambino dalla mente diabolica, come del resto i suoi genitori, e con quoziente di intelligenza molto alto.
Il diario racconta a Porter la storia allucinante e le raccapriccianti imprese del giovane killer. Da quelle pagine il nostro bravo detective devrà riuscire a ricavare tutti gli elementi mancanti del diabolico disegno, al fine di fermare gli efferati crimini.
Se Sam vuole salvare l’ultima ragazza, Emory, deve penetrare con scrupolo e rigore nella mente del suo nemico, mettersi al suo posto, interagire con lui.
Una sorta di intreccio, questo lavoro, che ci porta a pensare al prossimo, al pre-Dracula, sempre raccontato da Barker, compreso fra il razionalismo scientifico ed il mito, al sapore che solo le gioie date dall’emozione estrema possono regalare, al male che l’essere umano deve comunque sconfiggere dentro e fuori se stesso; al richiamo dell’eros e del thanatos, quel raptus, quella pulsione di morte, che rappresenterebbe la propensione verso l’aggressività e la distruzione.
Vi colpirà la suspense che l’autore è riuscito ad illustrare fra le righe, vi appassionerà la lettura del Diario, vi … non dico più niente, basta per ora, scopritelo voi il finale.
Vi consiglio di leggere questo squisito thriller, per poi raffrontarlo con la versione cinematografica … ed alla prossima.
Buona lettura.
La quarta scimmia – J.D.Barker
Gianni Anastasio