La ragazza del ponte – Arnaldur Indriðason



Arnaldur Indriðason
La ragazza del ponte
Guanda
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Reykjavík capitale dell’Islanda. I Konrad, un’anziana coppia si rivolge a Konráð un ex poliziotto vedovo e in pensione, perché la nipote diciassettenne, sotto la loro tutela (la madre, figlia loro, è morta in un incidente di macchina quando la bambina era piccola) non è tornata a casa e non risponde al suo cellulare. Di recente si sono resi conto che Dannì, per anni un’ adolescente difficile, ribelle e asociale che ha sempre creato problemi ai nonni, ha un legame fisso con un certo Lassi, un ragazzo drogato con una serie di piccoli precedenti penali. Quindi probabilmente Dannì è finita in un brutto giro di droga. Anzi sospettano che si sia lasciata coinvolgere in un gioco molto pericoloso. La nonna infatti ha pescato Dannì, al ritorno di un viaggio all’estero, in bagno che maneggiava sacchetti di droga che aveva nascosto nella vagina. E probabilmente non era la prima volta… Per questa ragione, non avendo più sue notizie e temendo che le sia successo qualcosa di grave, i due nonni hanno deciso di chiedere aiuto a Konráð. Lui li conosce appena, poco più che buongiorno e buonasera ma sua moglie Erna, morta di cancro, era stata molto amica della donna. Ragione per cui i due Konrad, marito e moglie, hanno preferito almeno in quella fase iniziale delle ricerche chiedere a Konráð, detective di ottima fama e con grande esperienza proprio in casi come quello in cui pareva implicata la nipote. L’avevano fatto per pudore anche perché la signora Konrad, la nonna, aveva ricoperto un’importante incarico pubblico e benché ormai da tempo ritirata a vita privata rivolgendosi alla polizia temeva la pubblicità e l’assedio dei media. Konráð accetta l’impegno malvolentieri, sa che anche se riuscisse a rintracciare la ragazza e parlarci non avrebbe modo di fare molto, ma lo fa lo stesso proprio perché conosce il calvario e i drammi di tante famiglie che hanno vissuto simili problemi. E poi era proprio il suo mestiere, sa come muoversi e dove andare a cercare a Reykjavík. Ma da quando ha lasciato la polizia è inquieto, tormentato dai brutti ricordi legati alla morte del padre pugnalato per strada da un ignoto assassino mai scoperto. Ciò nondimeno, se Konráð vuole saperne di più sulla scomparsa di Dannì deve darsi una mossa, muovere le sue vecchie pedine, anche in polizia e cominciare a indagare in giro. .. Questa volta, però, per scavare nel passato e arrivare alla verità, sarà costretto a prendere in considerazione un ampio ventaglio di tanti, variegati e diversi dettagli, scartando le vistose tracce che vorrebbero indirizzarlo su una strada sbagliata. L’assurdo è che stavolta Arnaldur Indriðason ci porta anche a sondare il fumoso mondo dello spiritismo, spiritismo che avvicina Konráð anche al mistero collegato alla morte di suo padre. Sebbene molto scettico, è tuttavia obbligato a non ignorare i segni premonitori di Eyglo, una sensitiva, figlia del complice di suo padre nel frodare i creduloni, che lo rimandano alla triste vicenda di una ragazzina annegata nel laghetto della Tjörnin quasi cinquant’anni prima. Indagare su quel cold case potrebbe essere la pista giusta da seguire per risolvere anche il caso di Danní che nel frattempo, anche con l’aiuto di un’amica di strada, viene ritrovata cadavere nel seminterrato dove era andata a viver con il fidanzato? E in casa dei nonni dopo la perquisizione effettuata dalla polizia salta fuori una sacca piena all’orlo di droga nascosta dalla ragazza. Cosa avrebbe dovuto farci Dannì? Ma è stata davvero vittima di un’overdose, prima di poterla consegnare? Insomma la sua morte è stata veramente causata dall’iniezione di una letale miscela di nuove droghe? O invece? E poi dov’è finito Lassi? Anche la polizia, nella persona di Marta ex allieva di Konráð sulla traccia dei trafficanti, legati alla consegna della sacca di Dannì, lo sta cercando. È ancora vivo? La ragazza del ponte, dopo Quel che sa la notte, è il secondo romanzo della serie di Arnaldur Indriðason con in veste di protagonista il poliziotto in pensione Konráð. E, come il primo romanzo, sviluppa la sua narrazione divisa in tre storie parallele: La scomparsa di un’adolescente tossicodipendente, che sarà ritrovata morta per overdose. La morte di una dodicenne, annegata nel lago della capitale, circa cinquant’anni prima. L’ostinato proseguimento delle ricerche di Konráð a tanti anni di distanza sul colpevole dell’assassinio di suo padre. Nei primi due casi, non ci sono prove per parlare di omicidio. A primo impatto l’annegamento e l’overdose sembrano proprio degli incidenti. Ci vorrà tutto il puntiglio, la testardaggine e la rabbia repressa di Konráð, per convincere e poi farsi spalleggiare dalla sua ex collega Marta nell’ approfondimento dell’inchiesta, per alzare la fumosa cortina che cela la mostruosa vergogna dei crimini sessuali troppo a lungo tollerati, nascosti e peggio impuniti nella tranquilla società islandese. Per individuare quale sia il turpe input criminale che collega i tre casi e, intrecciando strettamente il presente al passato, riuscire ad arrivare alla soluzione del caso. La ragazza del ponte è un altro romanzo in cui Arnaldur Indriðason pone l’accento sul destino delle donne che troppo spesso continuano a pagare il prezzo più alto per l’odio e la violenza degli uomini. Una storia intelligente e amara in cui l’autore con una scrittura scarna, sofferta, spesso minimalista riesce a farci percepire anno dopo anno , le trasformazioni che hanno cambiato faccia e abitudini della capitale islandese dagli anni ’40 ai giorni nostri ma anche il senso di nostalgia per un tempo che non c’è più.
Arnaldur Indriðason ha vinto per due anni di seguito il Premio Nordic Crime Novel. È anche il vincitore del CWA Gold Dagger Award, per Silence of the Grave il miglior romanzo poliziesco dell’anno in lingua inglese.

Patrizia Debicke

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