Sangue inquieto – Robert Galbraith



Robert Galbraith
Sangue inquieto
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Sangue inquieto. Un’indagine di Cormoran Strike
L’agenzia investigativa Strike ed Ellacott sta andando a gonfie vele: Cormoran e Robin, nonostante le rispettive gravose vicende personali e la reciproca attrazione che, pur facendo spesso capolino, non decolla hanno un ritmo serrato.
Durante una visita familiare in Cornovaglia Strike viene avvicinato da una donna; vuole che si occupi di un cold case, la scomparsa di sua madre Margaret, risalente a quaranta anni prima.
La donna, medico in una clinica, era uscita dal lavoro intenzionata ad incontrare un’amica in un pub: da allora non ci sono più state notizie.
C’è un sospettato, un efferato serial killer  detto il Macellaio dell’Essex, ora in carcere, che – però – non ha mai ammesso di averla uccisa.
Cormoran e Robin passano mesi a seguire piste ormai ricoperte di polvere, come i verbali e gli atti redatti decenni  prima; le indagini sono naturalmente difficili, la ricerca dei parenti dei testimoni e degli amici lo è altrettanto ma i due detective non demordono nonostante sia la stessa figlia di Margaret  – un anno più tardi – a chiedere di mollare tutto e a non rinnovare loro l’incarico.
Ma la vis investigativa è ormai avviata; i due decidono di continuare a seguire gli indizi che hanno faticosamente raccolto, densi di sorprese. 
Ritrovano piste che hanno a che fare con tarocchi, zodiaco e che già in passato avevano costretto un detective a lasciare il caso, perché fortemente impressionato.
Margaret Bamborough, così amata e così benvoluta nasconde dei segreti: più di una persona finisce nell’elenco dei sospettati. 
Il tempo, l’intreccio delle piste, l’assenza di nuovi elementi sembrano complicare irrimediabilmente tutto ma alla fine saranno i due investigatori ad averla vinta.
L’epilogo si avrà nel giorno del compleanno di Robin e ci  sono i presupposti per farci sperare in una prossima nota rosa.
Nonostante sia un romanzo corposo, oltre 900 pagine, si legge facilmente ed agevolmente
Il giallo è come sempre, ben costruito, narrato e raccontato senza bisogno di grandi spiegazioni (tranne forse che nella prima parte dove, talvolta, risultano ridondanti). L’intreccio è così accurato da porci davanti a depistaggi, che ci obbligano continuare nella lettura.
Come sempre spiccano, nella scrittura di Galbraith, la fluidità e la scorrevolezza: ciò fa sì che i personaggi siano ben tratteggiati e crescano man mano che la storia si dipana lasciandoci, la sensazione di conoscerli davvero!

Marinella Giuni

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