La tempesta maledetta – Alex Connor



Alex Connor
La tempesta maledetta
Newton Compton
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Una scelta non facile ma coraggiosa quella di Alex Connor di utilizzare come fil rouge uno dei dipinti più enigmaticamente famosi della storia della pittura: La tempesta del Giorgione, per costruire una bella fiction, un thriller che si avvale di due diversi ma paralleli contesti temporali, quello attuale e quello storico. Ma a conti fatti poi la vera protagonista del romanzo che detta l’intrigo e la suspance è la pandemia con il suo pesante e doloroso tributo da pagare e il contagio, con l’incertezza del futuro incombenti ora come accadde secoli fa. Ciò nondimeno per rassicurare i lettori e gli innamorati della “grande” arte anticipiamo subito che la Tempesta di Giorgione – tempera a uovo e olio di noce su tela di 82×73 cm. commissionata nel 1506 o il 1508 da, pare, Gabriele Vendramin, – il celebre dipinto che diventerà nel romanzo anche, il sospirato miliardario oggetto a contendere, è ancora al suo posto. In bella mostra e amorevolmente esposto nella sua sala presso Le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Fatta questa rassicurante e necessaria precisazione, torniamo alla Tempesta maledetta di Alex Connor, partendo dal morbo più antico: la peste del 1510 a Venezia. Se andiamo a controllare i ricorrenti flussi della peste in passato, dal medioevo in poi, troviamo che anche nel corso del XVI secolo a Venezia ci furono sicuramente due importanti e letali epidemie. Morbo portato dai ratti sbarcati dalle navi in arrivo dall’Oriente dove il mortale batterio cocco bacillo, Yersinia pestis, aveva già fatto strage tra i mongoli prima dell’anno mille. O forse più correttamente, secondo l’opinione degli scienziati del XX e XXI secolo, arrivato a Genova e in Europa a bordo di navi e poi diffuso fatalmente dalle pulci, ospiti di uomini e vari altri animali, non solo dei ratti, e diventato endemica. Un subdolo killer favorito dalla sporcizia, l’affollamento e la promiscuità delle città più grandi e popolose. La peste o Morte nera (così chiamata perché spesso il colore della pelle dei moribondi virava al grigiastro), che colpì Venezia nel 1510, conta tra le sue numerose vittime senza nome anche un importante personaggio, riconosciuto come un pilastro dal mondo dell’arte : Giorgio da Castelfranco,detto Giorgione per la sua imponente statura forse il pittore veneziano tra i più enigmatici della storia. Di lui, morto a trentadue o trentatre anni, molto si conosce delle sue opere ma poco si sa della persona, cosa che ha lasciato ampio spazio alla colta immaginazione dell’autrice. E allora cominciamo subito con la storia che si rifà al contesto temporale legato al passato che nel corso della narrazione si alternerà con il presente. Venezia estate 1510: la peste ha già fatto convertire l’isola del Lazzaretto Nuovo e del Lazzaretto Vecchio in ricovero per i malati e i moribondi, e il doge da giorni ha imposto il coprifuoco ai suoi concittadini. Le calli e i canali hanno cominciato a pullulare di cadaveri insepolti e il fetore, che, esasperato dal caldo, stagna sulla laguna, è sempre più insopportabile. Giorgione, che come tutti cerca di evitare pericolosi contatti con la gente, vive da solo, rintanato nel suo studio – diversamente da altri famosi pittori non ha mai voluto avere allievi -, dipingendo furiosamente. Unico contatto con l’esterno alcuni rari messaggi alla modella della Tempesta, che Alex Connor ha romanticamente identificato con Florenza Padula, la sua innamorata, la sua donna ma anche amante in carica del nobile Vendramin. Ma il sogno di quel clandestino amore sta per trasformarsi in incubo. La scoperta del loro legame provocherà l’ira del potente protettore di Florenza e di conseguenza la condanna di Giorgione. Scampato per miracolo agli scagnozzi mandati per ucciderlo, dovrà fuggire dal suo studio e si ritroverà ramingo per strada in mezzo agli appestati. Poi, per sua fortuna una mano amica, un medico, Daniele Fonte, gli aprirà la sua porta e gli offrirà rifugio. Ma ora, con un salto di più di cinquecento anni, arriviamo all’ estate del 2020. Il Covi 19, la letale mutazione del coronavirus continua a infettare il mondo intero. Con l’esponenziale aumento del contagio e dei decessi ogni stato vive nell’ ansia e nell’incertezza. Gli ospedali, presi d’assalto, stentano a far fronte al caotico e continuo afflusso di pazienti da curare. I collegamenti aerei con il resto del mondo sono sospesi. In Gran Bretagna dilaga il senso dell’ineluttabilità. Il virus Sars-CoV-2 è il nemico, un nemico letale ma invisibile sempre pronto a colpire a tradimento. L’economia globale è in ginocchio. La vita di ciascuno cambia, la gente, costretta alla solitudine da un’implacabile quarantena, sopravvive prigioniera di una bolla di paura. Le strade della città sono semideserte, domina il vuoto e un rimbombante pauroso silenzio, rotto solo dal grido delle ambulanze. Giorni e settimane si confondono mentre il mondo intero spera nel miracolo di un vaccino. Ma nel frattempo la criminalità affila gli artigli, non si ferma, anzi si progettano clamorosi furti mentre il delitto non rispetta limiti. Le celebri gallerie d’arte di Londra, New York e Parigi sono chiuse al pubblico, le città si svuotano sotto il coprifuoco. Quello dell’arte è un mondo a sé, un ambiente pericolosamente chiuso, molto riservato, dominato da una élite, al di sopra di ogni sospetto ma invece spesso corrotta e corruttibile fatta di: commercianti, abilissimi falsari e collezionisti miliardari pronti a tutto pur di ottenere quello che vogliono. Il progetto gira nell’aria da tempo e il bersaglio, l’ambito oggetto del desiderio è proprio “La Tempesta”, del Giorgione. Il rischio di contagio e la necessariamente ridotta sorveglianza permetterà di aggirare gli allarmi e i ferrei controlli veneziani. Il furto del dipinto, considerato il capolavoro del Giorgione, stringerà un indissolubile nodo che collega Londra, Venezia e New York, piagate dall’incubo del Coronavirus alla Venezia del XVI secolo, devastata dalla peste. Arte, tradimenti, morbo, omicidi, attraversano la linea del tempo per collegare La tempesta al nostro drammatico presente, fatto di dura e incerta realtà. Realtà che si contestualizza negli spaventosi omicidi di due commercianti d’arte. Una realtà che riporterà forzatamente in scena Gil Eckhart, ricercatore ed ex investigatore di crimini d’arte che, ormai ritirato dall’attività, si è trasferito e vive in Nuova Zelanda con la famiglia. Gil Eckhart, che si era ammalato in Inghilterra di coronavirus e, pur guarito, è tuttora imprigionato a Londra dalla sospensione dei voli, verrà ufficialmente coinvolto dalla polizia nelle indagini. Omicidi collegabili al furto delle Tempesta? L’uomo è molto abile, tenace e conosce il suo mestiere. Riuscirà a evidenziare possibili legami dei galleristi assassinati con un celebre mercante d’arte veneziano e con il capolavoro del Giorgione. Pian piano le sue indagini faranno emergere tracce e, particolari che confermano le sue intuizioni ed esaltano il marcio che si nasconde dietro il rilucente fulgore delle gallerie dove più che altrove si combatte una spietata guerra tra simili. Due ambiti temporali diversi che alternano e intrecciano continuamente tra di loro: il presente, con gli effetti devastanti della pandemia di Coronavirus, e un lontano passato, quello della Venezia dei primi anni del ‘500 squassata dalla peste. A unirli però non soltanto il contesto epidemico, ma soprattutto quello storico artistico, esaltato dal capolavoro di Giorgione La tempesta, che ad Alex Connor piace immaginare tragica cornice e palcoscenico di una drammatica storia d’amore. L’ultimo capitolo dell’autrice, finora ohimè solo fantascientifico , non esiste ancora un vaccino in grado di debellare il Covi 19 e la pandemia continua a impazzare crudelmente nel mondo intero, mira tuttavia ad aprire uno spiraglio su un futuro che tutti ci auguriamo foriero di speranza.

Alex Connor è autrice di thriller e romanzi storici ambientati nel mondo dell’arte, tutti bestseller. Lei stessa è un’artista e vive a Brighton, nel Sussex. Cospirazione Caravaggio, uscito per la Newton Compton nel 2016, è diventato un bestseller ai primi posti delle classifiche italiane. Con Il dipinto maledetto ha vinto il Premio Roma per la Narrativa Straniera. La Newton Compton ha già pubblicato la sua trilogia su Caravaggio.

Patrizia Debicke

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