La vedova nera – Daniel Silva



Daniel Silva
La vedova nera
Harper Collins
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La Francia sta vivendo il peggior periodo antisemita dai tempi dell’Olocausto. Al culmine della tensione un attentato distrugge il Centro Weinberg di Parigi, provocando una vera e propria carneficina. Una delle terroriste viene identificata come Safia Bourihane, algerina nata in Francia e, soprattutto, membro dell’Isis. Sì, perché dietro l’attentato c’è lo Stato Islamico, in particolare un uomo misterioso di cui non si conosce neppure la nazionalità e noto come Saladino. L’unico che possa stanarlo è Gabriel Allon, la leggendaria spia israeliana ritenuta morta, in procinto di assumere la guida del Mossad. Allon non ha altra scelta se non quella d’infiltrare un agente fra le fila nemiche. Dopo un lungo ed estenuante addestramento la giovane dottoressa Natalie Mizrahi sembra pronta allo scopo e viene, infatti, reclutata dal Califfato. Riuscirà nell’intento di fermare il folle piano del Saladino?
Come spesso accade, la fantasia anticipa la realtà: gli attentati descritti dall’autore hanno, infatti, delle analogie con quelli compiuti dall’Isis in Francia e in Belgio. Daniel Silva è da sempre un fine osservatore della situazione mediorientale, sin dalla pubblicazione dei primi romanzi che vedono protagonista Gabriel Allon. Quest’ultimo, da poco padre di due gemelli avuti dalla seconda moglie Chiara, ha affrontato tutti i nemici d’Israele e del mondo occidentale, pagando un prezzo altissimo. Stavolta tocca all’avversario più pericoloso di sempre, che rischia di diffondere a macchia d’olio il suo regno del terrore. Silva si conferma uno dei principali esponenti della letteratura di spionaggio, degno erede dei maestri del genere. Nello specifico, il personaggio di Natalie richiama alla mente quello de La tamburina, protagonista dell’omonimo romanzo del grande John le Carré.

Massimo Ricciuti

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