Ladykiller, pubblicato in lingua originale nel lontano 1993, è il primo libro di una serie thriller di grande successo, che ha contribuito a far esplodere in Inghilterra – e nel mondo – il fenomeno Martina Cole.
I numeri non lasciano dubbi: 25 romanzi; 16.000.000 di copie vendute; libri entrati alla prima pubblicazione direttamente al primo posto della classifica del Sunday Times.
E, ugualmente, non lascia dubbi il fatto che l’autrice sia nota come la Regina del thriller inglese.
Tuttavia, nel nostro panorama editoriale, è, inspiegabilmente, quasi sconosciuta: esclusi due titoli pubblicati più di un decennio fa, LadyKiller per l’Italia rappresenta una sorta di esordio letterario.
La Corte Editore non poteva fare di meglio, offrendo al pubblico italiano una storia articolata e ricca di tensione, in cui la suspense è legata non tanto alla ricerca dell’identità del colpevole quanto all’incertezza sul modo in cui verrà assicurato alla giustizia o la subirà . Alla componente crime si affianca, con altrettanta intensità , un’attenzione efficace e quasi impetuosa nella ricostruzione delle vicende personali dei protagonisti: la cura che Martina Cole riserva alla caratterizzazione dei personaggi, il fine lavoro di cesello grazie a cui ci consegna la globalità del loro mondo emotivo, delle virtù e delle tare che ne segnano le identità e le scelte, crea una malìa dirompente, capace di irretire il lettore, conducendolo all’interno di un’architettura complessa, in cui si avvicendano violenza, orrore, desiderio di vendetta, integerrime coscienze, morali abbrutite, abusi, relazioni disfunzionali e concessioni ai sentimenti…
Sono le infinite sfumature di cui si tinge l’animo umano ad essere protagoniste di questo copione: infinite sfumature che prendono una forma definita in ognuno dei personaggi a cui l’autrice dà vita.
Nulla viene lasciato al caso e ogni ritratto risulta tanto energico quanto seduttivo: la Cole ci guida all’interno dei demoni che hanno segnato, in modo indelebile, più di un’esistenza e mostrerà , con spiazzante diligenza, gli effetti dell’amore e delle sue devianze.
È un cammino a tratti brutale, agghiacciante e perverso, che percorre gli impervi sentieri dell’ossessione e della violenza fisica e psicologica, ma che non dimentica di puntare l’attenzione sul valore demiurgico dei sentimenti autentici e della spinta decisa e inossidabile verso una giustizia che non può scendere a patti con niente e nessuno. E tutto ciò si definisce, in maniera particolare, nel terzetto dei protagonisti: il killer, al contempo vittima e carnefice; Kate Burrows, detective chiamata a superare più di una prova, e non solo sul piano lavorativo e Patrick Kelly, uomo controverso, duro e determinato, ma non del tutto cinico e insensibile.
La Cole gioca una partita che si disputa su un piano insolito, ma che nulla toglie alla bellezza della storia: il mistero dell’identità del serial killer non è al centro della rappresentazione che viene offerta al lettore, a cui questa verità viene resa nota sin da subito, tuttavia, resta molto da scoprire, mentre le perversioni di George Markham prendono il sopravvento e lo slancio verso la giustizia, portato avanti dalle indagini ufficiali si svolge in parallelo con un’investigazione che ha come unico obiettivo soddisfare la propria sete di vendetta.
La sinossi fornisce le linee guida per riuscire a orientarsi ottimamente all’interno della lettura, ma tante sono le informazioni che cela e che, lungo tutta la narrazione – fitta di rimandi e flashback – vengono concessi in un perfetto equilibrio tra generosità e parsimonia: viene scandagliata l’infanzia di George Markam, il viaggio verso l’inferno che lo ha reso un individuo pieno di deviazioni, che non lo ha sottratto al giogo di una degenerata concezione del sesso, dell’amore e delle donne; si puntano i riflettori sulla fragilità della posizione di una donna in polizia, che per un nulla potrebbe perdere tutto quello per cui ha lavorato e sacrificato ciò che ha di più importante; si striscia all’interno del conflitto tra una legge che vuole rispettare le regole e una legge – quella del crimine – che conosce ben altre logiche; non si tralascia di irrompere nel difficile mondo dell’adolescenza, che vede, genitori e figli, impreparati ad affrontare una sfida tanto infida e, su tutto, non si soffoca l’urgenza di farsi veicolo di denuncia sociale. Tante le tematiche che esplodono pagina dopo pagina, tutte idonee a smuovere le coscienze e a promuovere innumerevoli momenti di riflessione perché a tingere le individualità umane, così come le identità collettive, intervengono pennellate policromatiche, ricche di chiaroscuri e sfumature inafferrabili.
Martina Cole- Ladykiller
Mariella Barretta