Minerva in fiamme – Susanna Raule



Susanna Raule
Minerva in fiamme
Mondadori
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Prima di iniziare la recensione di questo ultimo romanzo di Susanna Raule ho riletto qualche pagina dei suoi precedenti lavori.

Questo perché dopo la lettura di “Minerva in fiamme” un pensiero continuo mi assillava e cioè quanto potesse essere multiforme e versatile la capacità di raccontare di una scrittrice tra le più brillanti del nostro mondo noir.

E, come direbbe  Montalbano, mi sono “fatta persuasa” che si che Susanna Raule è veramente così, è brava a raccontare le vicende del commissario Sensi in stile noir gotico, e poi il ciclo dei cantanti morti, le storie del detective Jack Wyte prima vivo e poi…. leggetelo e lo saprete.

E adesso arriva Minerva Blanc, psicologa e psicoterapeuta quarantenne in forza al Centro per adolescenti della Spezia, da quindici anni in forzata convivenza con la sclerosi multipla vissuta tra riacutizzazioni e remissioni.

Uno dei tanti lunedì di Minerva inizia male molto male ; il risveglio ha con sé un bruciore insostenibile alla gamba destra accompagnato da pesantezza e deambulazione difficoltosa.

Dunque ecco servita una riacutizzazione della malattia, Minerva si reca ugualmente al lavoro e lì  ha la netta sensazione che il lunedì iniziato male tenda a continuare peggio perché arrivata al centro la aspetta la notizia che ogni terapeuta teme: un suo paziente è morto. Si tratta di Angel, sedicenne in terapia per spaccio e piccoli reati.

Apparentemente sembra un fortuito quanto disgraziato incidente, probabilmente legato ad un tentativo di furto andato male, ma Minerva non ci crede, sente che c’è qualcosa che non va. La percezione che dietro questa morte ci sia ben altro piano piano diventa una certezza e pur non volendo, (o no?), si ritrova suo malgrado coinvolta nella propria personale indagine sulla morte del ragazzo.

Inizia dunque un viaggio tra delinquenza, spaccio, microcriminalità in cui sono coinvolti i cosidetti invisibili, uomini e donne che volenti o nolenti si muovono ai confini, spesso superati, della legalità, talvolta da persone che le usano e spesso le abbandonano o talvolta per proprio personale tornaconto.

Minerva conosce soggetti apparentemente buoni che buoni non sono e conosce criminali che, forse, hanno un cuore.

E nell’avventura trascina il suo, seppur riluttante, team, psicologi che improvvisamente si ritrovano detective, perciò in mezzo a tanto impegno serio non è difficile trovare umor e leggerezza.

La bellezza di questo romanzo, che scorre veloce complice una scrittura semplice e mai didascalica anche quando affronta temi seri, è la richiesta di partecipazione al lettore che mai si sente spettatore al contrario diventa protagonista della storia partecipando alle sedute di terapia per il trattamento della riacutizzazione della S.M., ascoltando la narrazione della vita quotidiana dei pazienti e del personale, uniti per combattere la malattia nemico comune lottando  quotidianamente contro burocrazia, mancanza di personale e di fondi. 

Problemi che anche lei conosce e che non risparmiano nemmeno il Centro per adolescenti dove lavora.

E con infinita dolcezza osserva lo scorrere quotidiano della vita privata di Minerva, la lotta contro la malattia peggiorata pure da un clima torrido, che lei continua a combattere da guerriera avendo però al suo fianco un compagno straordinario che rende ordinaria la sofferenza fisica affermando  che “dal loro stronzo punto di vista” la vita è difficile per tutti, non solo per chi ha una determinata malattia e che “se metti in fila tutte le miserie e le disgrazie del genere umano, che ne sai tu di chi sta peggio? Non hanno tutti il diritto di lamentarsi?”

In conclusione mi piace usare le parole dell’autrice per stimolarvi a leggere un libro che va letto per tanti motivi ma soprattutto perché è bello, “La verità è che ho provato a scrivere un libro divertente per parlare anche di cose serie. Della salute mentale, dell’importanza dei legami, del senso di appartenenza, di una generazione di ragazzi e ragazze che stiamo abbandonando.

Parlo anche della sclerosi multipla, la malattia della protagonista e, casualmente, anche la mia.” 

“Infine, Minerva in fiamme è un libro sulle molte facce delle cose. In un periodo storico in cui tendiamo a polarizzarci su tutto, Minerva in fiamme osa suggerire che la realtà è complessa e raramente univoca.”

Susanna Raule, psicologa e psicoterapeuta, nota al pubblico come scrittice di fantathriller, sceneggiatrice di fumetti e vincitrice di alcuni prestigiosi premi. È tra le fondatrici del collettivo per la parità di genere nel fumetto Moleste (www.moleste.org). Il suo sito è www.susannaraule.com

Roberta Gatto

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