Lansdale: caviale conteso

Il vero lettore curioso, quale con presunzione tento di essere, è colui che ce la mette tutta per sfuggire all’omologazione del mercato. Pure lui contribuisce al banchetto dei Dan Brown e dei Faletti, comperando libri che poi accantona, ripromettendosi di aprirli e di leggerli in un successivo momento, ma la sua anima più autentica lo spinge nelle librerie a caccia di "chicche" da scoprire, poco segnalate, quasi sempre non targate dalla "editoria che conta". Ma sono tempi duri anche per il lettore curioso con gli scaffali sempre più divorati dai soliti noti e dalle solite case, con un gioco all’inflazione sui nomi sicuri che pare sempre più un gioco al massacro, con nessuna voglia di sperimentare e di lanciarsi su vie meno facili. Questa logica di mercato, che al lettore curioso poco piace, riesce persino a pesare negativamente su un grandissimo come Joe Lansdale. Tra Fanucci e Einaudi è in atto una sorta di gara un po’ suicida a farne uscire più titoli che si può, tanto i "lansdaliani" si comprano tutto, così si reputa. Sarà, e del resto non conosco i dati. Però parlo per me – uno che ha nella sua biblioteca gli Urania della serie Drive-In, la mitica edizione di Freddo a luglio della Phoenix, il primo uscito in Italia della serie di Hap & Leonard (ovvero Mucho Mojo, tradotto da Vittorio Curtoni e ancora una volta presentato da Brolli) nonché un Bad Chili con autografo personale di Joe… – e, parlando per me, confesso che mi sono astenuto dall’acquisto degli ultimi due usciti. Per la miseria, per quanto veloce sia a leggere, questo ritmo non lo reggo e poi, per la miseria 2, si potrebbe mangiare il caviale una volta la settimana? No, appunto. Lansdale è caviale, quintessenza del noir più felicemente disgregato, ambrosia del borderline, succo appagante per la sete dei cervelli pensanti, uno che sta all’omologazione come l’onorevole Casini a un concerto di Marilyn Manson. E di caviale, glissando fuor di metafora sull’aspetto economico del medesimo, non ci si può ingozzare. E’ un super-cibo che ti lascia per giorni un’assoluta sensazione di benessere, proprio come Joe è un super-cibo per la mente. Non va sfornato come una pizza alla napoletana, vera mozzarella e tante acciughe… Alla fine del pistolotto, che libro vi consiglia il lettore curioso? Nuovo cibo per la mente, fuori dalle mode e dai facili steccati di "genere": Nessuno piange per il diavolo di Claudia Salvatori (Hobby & Work), perché la classe non è acqua, perché pochissimi come Claudia sanno attraversare la "penombra malefica" e trarne presupposti universalmente salvifici, perché quel cuore di tenebra che chiamavano nazismo sta ancora battendo. E perchè Claudia, come Joe, è caviale. (danilo arona)

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