L’inganno dell’ippocastano



Mariano Sabatini
L’inganno dell’ippocastano
Salani
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“L’inganno dell’ippocastano” è un  romanzo che ha preceduto la realtà, perché quanto descritto nel libro somiglia maledettamente a quanto poi è realmente successo e sta succedendo a Roma.
Una storia molto nera, imprenditori disonesti, corrotti e in odor di mafia che si candidano a sindaco, pericolose connivenze e intrallazzi che coinvolgono anche i mass media.
Una fitta rete di malaffare che nulla risparmia , nella quale molti sguazzano e dalla quale non sembra nessuno voglia realmente liberarsi, troppo preso dalla ricerca del proprio tornaconto . Uno sguardo critico, lucido e impietoso su un certo tipo di alta borghesia, in questo caso romana, ma che non è difficile immaginare in qualsiasi altra città italiana.
Ancora una volta un romanzo noir diventa un mezzo, uno spunto, per raccontare la nostra società, mettendone in evidenza le magagne, seppur con buona dose di fiction a far da contorno.
Tutto ha inizio con l’omicidio di un ricco imprenditore, molto in là con gli anni, che vuole concludere la propria carriera come primo cittadino della Città Eterna e che può contare sull’ appoggio, non certo incondizionato, di personaggi decisamente pericolosi.
Il suo cadavere viene scoperto da una giornalista arrivata sul posto per intervistarlo e che, sconvolta, chiama in aiuto il collega Leo Malinverno, il quale, affiancando la polizia, riuscirà a incastrare tutti i pezzi al posto giusto, non senza rischiare in prima persona.
E Malinverno è un personaggio delizioso. Giornalista d’inchiesta, incarna l’ideale quasi romantico del giornalista puro, libero da qualsiasi giogo, non comprabile e nemmeno manovrabile
Non cerca sensazionalismi, non si abbassa alla logica dello show per vendere a tutti i costi. Cerca la verità. solo quella. Nuda e cruda. Che nel cercarla regali momenti pieni di ironia e altri di passione, pur mostrandosi fragile e nei rapporti con le donne, è un grande valore aggiunto che fa augurare di incontrarlo di nuovo in un prossimo futuro.
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Cristina Aicardi

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