“L’inganno dell’ippocastano” è un  romanzo che ha preceduto la realtà , perché quanto descritto nel libro somiglia maledettamente a quanto poi è realmente successo e sta succedendo a Roma.
Una storia molto nera, imprenditori disonesti, corrotti e in odor di mafia che si candidano a sindaco, pericolose connivenze e intrallazzi che coinvolgono anche i mass media.
Una fitta rete di malaffare che nulla risparmia , nella quale molti sguazzano e dalla quale non sembra nessuno voglia realmente liberarsi, troppo preso dalla ricerca del proprio tornaconto . Uno sguardo critico, lucido e impietoso su un certo tipo di alta borghesia, in questo caso romana, ma che non è difficile immaginare in qualsiasi altra città italiana.
Ancora una volta un romanzo noir diventa un mezzo, uno spunto, per raccontare la nostra società , mettendone in evidenza le magagne, seppur con buona dose di fiction a far da contorno.
Tutto ha inizio con l’omicidio di un ricco imprenditore, molto in là con gli anni, che vuole concludere la propria carriera come primo cittadino della Città Eterna e che può contare sull’ appoggio, non certo incondizionato, di personaggi decisamente pericolosi.
Il suo cadavere viene scoperto da una giornalista arrivata sul posto per intervistarlo e che, sconvolta, chiama in aiuto il collega Leo Malinverno, il quale, affiancando la polizia, riuscirà a incastrare tutti i pezzi al posto giusto, non senza rischiare in prima persona.
E Malinverno è un personaggio delizioso. Giornalista d’inchiesta, incarna l’ideale quasi romantico del giornalista puro, libero da qualsiasi giogo, non comprabile e nemmeno manovrabile
Non cerca sensazionalismi, non si abbassa alla logica dello show per vendere a tutti i costi. Cerca la verità . solo quella. Nuda e cruda. Che nel cercarla regali momenti pieni di ironia e altri di passione, pur mostrandosi fragile e nei rapporti con le donne, è un grande valore aggiunto che fa augurare di incontrarlo di nuovo in un prossimo futuro.
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L’inganno dell’ippocastano
Cristina Aicardi