Sei giorni di preavviso



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Sei giorni di preavviso
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Dici noir, e in Italia l’inventore e maestro del genere ha un nome e cognome: Giorgio Scerbanenco.

Sei giorni di preavviso č il suo primo romanzo giallo e risale al 1940 (pubblicato nei ‘Supergialli’ Mondadori e ora ristampato da Sellerio), in piena epoca fascista (che non amava ma tollerava, con i dovuti ‘accorgimenti’, un genere letterario che stava sempre piů diffondendosi). E’ il primo di una lunga e fortunata serie. Giovane “promettente” scrittore Scerbanenco inventa il personaggio di Arthur Jelling, un archivista della centrale di polizia che si tramuta in un investigatore; un investigatore sui generis. E l’annunciato assassinio di un celebre attore, narcisista e pieno di sé, con una fama ormai in declino, č il complicato caso di cui si dovrŕ occupare. E’ in America, nella cittŕ patrizia di Boston che il giallo č ambientato (per le pruderie del regime le storie si dovevano svolgere all’estero o, comunque, stranieri dovevano rigorosamente essere delinquenti e assassini).

Schivo, “timido fino all’estremo e scrupoloso fino alla morbositŕ”, cortese ma dal temperamento tenace, Jelling si trova a guidare le indagini, assistito dal sergente Matchy e con la collaborazione del professore italiano di psicopatologia Tommaso Berra. La logica, le sue acute capacitŕ di deduzione e di analisi, l’attivitŕ di ricerca alla fine lo condurranno alla risoluzione del caso.

“Carissimo Vaton, preparati a morire. Io ti ucciderň il 12 novembre. Ricorda: il 12 novembre. E non mi sfuggirai in nessun modo. F.”: il biglietto con la minaccia di morte arriva con 6 giorni di preavviso; e ne seguiranno altri. L’attore Philip Vaton č terrorizzato, barricato in casa e sorvegliato a vista da familiari e domestici. Chi č “F.”, l’autore delle lettere minatorie che vuole ucciderlo? Perché, con quale movente? E in che modo? Tutti i possibili colpevoli hanno un alibi di ferro e gli elementi a disposizione della polizia non sono granché. Un rompicapo, insomma. Ma nella mente dell’archivista-investigatore si sta facendo strada un’ipotesi.

L’intreccio narrativo combina, con uno stile del tutto originale, la struttura e i meccanismi del modello anglosassone del giallo-enigma – e si nota un’affinitŕ con l’americano Ellery Queen -, con una decisa impronta psicologica (del resto in tutta la sua produzione l’autore dimostrerŕ di essere un accorto studioso dell’animo umano).

Dopo Jelling, a distanza di 26 anni, Scerbanenco crea un altro investigatore sui generis: Duca Lamberti; e sarŕ questo personaggio, protagonista di quattro romanzi, a fargli raggiungere il successo e a consacrarlo maestro nel nero italiano.

Johnny Tagliaferri

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