L’ultima a morire – César Pérez Gellida



César Pérez Gellida
L’ultima a morire
Ponte alle Grazie
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Potrebbe sembrare una recensione estremamente di parte ma, onde evitare questa censura, preferisco anticipare subito che amo molto la letteratura noir spagnola.
La trovo coinvolgente, completa, ricca di colpi di scena, con un continuo perdersi e ritrovarsi, spesso, al punto di partenza.
Quest’ultima produzione di Cesar Perez Gellida è , appunto, così.
 ” L’ultima a morire ” è il nuovo romanzo poliziesco dello scrittore di Valladolid César Pérez Gellida. Dopo il suo viaggio attraverso la guerra fredda, è tornato per le strade della sua città con l’ispettore della omicidi Sara Robles, che già conoscevamo in alcuni suoi romanzi precedenti come la fidanzata del rosso Ramiro Sancho, con il quale ha avuto una relazione relazione burrascosa e torbida per tre anni. “Riuscire a ingannare il lettore è una sfida personale per me”, afferma l’autore in una recente intervista.

E continua sempre riferendosi all’ispettrice Robles “Ero sicuro che fosse un personaggio che avrebbe potuto interessare molto anche  a causa della sua dipendenza dal sesso, tra le altre. Per questo l’ho scelta come protagonista diversa dagli altri personaggi maschili di cui ho scritto. È stato un incentivo personale a dare quel ruolo a una donna invece che a un uomo. Ho scoperto subito che ero bravo e ho fatto crescere il personaggio. È così che ho scoperto che era una protagonista interessante che ha sfidato il mondo virile”.
Non possiamo che dargli ragione, Sara è a capo della squadra omicidi di  Valladolid, è molto brava, caparbia, intelligente ed umana.
Le sue debolezze, i suoi vizi la avvicinano al lettore, suscitando complicità ed empatia.
La trama si snoda tra  più casi contemporaneamente, da una anziana deceduta in casa in modo apparentemente anomalo, fino ad un furto nello splendido Museo della Scultura, da dove viene sottratta un’importante quanto invendibile opera d’arte.
Come in tutti i suoi romanzi, la violenza è molto esplicita – un altro marchio della casa. I dialoghi rimangono essenziali nel suo stile letterario.  Sarà qui opportuno ricordare che in onore dello scrittore è stato coniato il termine “gellidismo”, per definire lo stile e la scrittura che sono caratteristiche sue proprie.
A parte Sara, altre figure sono magnificamente delineate, lo Spaventapasseri, mercante d’arte ed altro ancora affetto dalla sindrome di Marfan e campione di arti marziali, tutti gli agenti della squadra omicidi, Sancho il rosso, ora agente Interpol, prima collega e compagno, mai dimenticato della protagonista, ed ancora la matriarca gitana, i killer libanesi, gli scombinati ladri.
Insomma, Gellida sa come attrarre il lettore e tenerlo incollato fino all’ultima pagina. Ciò non vuol dire intrattenimento puro, infatti dietro il racconto traspare comunque una conoscenza ed uno studio sia su come  funziona tutto ciò che riguarda la vendita di opere nel mondo dell’arte “ C’è un sacco di mercato nero intorno. Ci sono persone che sono in grado di pagare grandi fortune per avere un Matisse nel loro soggiorno”, afferma l’autore di Valladolid  ed anche  studio e conoscenza delle dinamiche criminali con cui si muovono ed agiscono le mafie di varia nazionalità.
Naturalmente un tale successo letterario è anche legato ad una ottima traduzione ad opera di Thais Siciliano, cui va il merito di non far rimpiangere al lettore il testo in lingua originale.
Il consiglio è di mettersi comodi e di iniziare la lettura che terminerà all’ultima pagina.

L’ autore César Pérez Gellida (Valladolid, 1974), laurea in geografia e storia, master in direzione commerciale e marketing, ha lavorato nelle comunicazioni fino al 2011, quando ha deciso di dedicarsi unicamente alla scrittura. I suoi originali thriller hanno riscosso grande successo in Spagna  e gli hanno fruttato numerosi premi.

Roberta Gatto

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