L’uomo con la valigia è un romanzo dove l’autore si diverte a mettere in mostra tutti gli elementi che possono rendere grande un giallo,
ma, allo stesso tempo, sembra voler smontare tutto questo meccanismo, quasi a voler dire che la vita e i fatti che la animano sono per lo più
governati dal caso, dal destino.
Torna il nostro eroe della casa di ringhiera, il pensionato-investigatore Amedeo Consonni alle prese con una storia in cui sembra evidente che
qualcuno gli ha teso una trappola. Recami è al quinto appuntamento con il microuniverso che abita la casa di ringhiera, e stavolta sembra proprio
la casa la protagonista del racconto. Pare infatti che vada sgombrata secondo le manovre di due nuovi inquilini, due spocchiosi architetti, che
paventando che l’intero edificio, ormai abbastanza fatiscente, vada ristrutturato, con conseguenti costi esorbitanti, suggeriscono di
vendere i singoli appartamenti.. La discussione è assai forte, ma Consonni vi partecipa appena, deve infatti recarsi a un misterioso appuntamento e
pianta tutti in asso.
Deve vedere una ragazza che saltuariamente aiuta in un appartamento, ma l’incontro si rivelerà una trappola: qualcuno lo vuol far passare per un assassino.
Infatti nella casa c’è il cadavere di una ragazza immersa in una vasca da bagno con un coltello infilato nel petto, lui cerca di estrarlo e in quel momen-
to un uomo mascherato lo fotografa in un atteggiamento che sembra quello di chi sta commettendo un delitto. Amedeo si impaurisce, raccoglie poche
cose in una valigia e scappa. Si trasforma in una sorta di vagabondo e comincia a indagare per scoprire chi è il vero assassino. Dovrà ricostruire
la vita della vittima, i suoi amici, chi la voleva morta. Per vari giorni percorrerà tutti i dintorni di Milano, incontrando i personaggi più disparati, capitando in luoghi apparentemente banali ma che la penna di Recami sa rendere misteriosi e pieni di tensione.
Lo scrittore non dimentica certo il ” gruppo storico ” del condominio della casa di ringhiera, Angela la professoressa, sempre innamorata e gelosa del
Consonni,la Mattei-Ferri, ” gazzettino” del palazzo, la signora Xing, cinese, donna di affari più o meno leciti e Luis De Angelis, amico del tappezziere ma non disinteressato.
Amedeo, con la sua vecchia valigia, è un uomo in fuga e Recami ne approfitta per costruirvi sopra una storia che ha vari punti di forza. Intanto la meticolosa ricostruzione dei vari movimenti del presunto colpevole per mimetizzarsi e condurre la sua immagine, ci ha fatto quasi a venire a mente certi film di Alfred Hitchcock come L’uomo che sapeva troppo e anche lo stesso Caccia al ladro, quando il colpevole non è colpevole ma tutti lo ritengono tale.
Ma un’altra cosa che colpisce il lettore è la descrizione, tanto accurata quanto graffiante, della piccola borghesia dell’hinterland milanese, dai pacchiani gemelli con lo stemma del Milan agli occhiali a goccia, dalle villette con la camera blindata alle macchine tutte effetto, ai vestiti griffati, insomma il trionfo dell’ “apparenza”.
E altrettanto risibile quanto efficace è la straordinaria descrizioni dei luoghi che via via Amedeo visita, non nomi esotici ma Cesano Maderno, Arosio, Trezzano sul Naviglio, Binasco, Zelata, Rozzano, il meglio del meglio direte voi, ma Recami li riempie e li anima con alberghetti di terza categoria, pensioni infime, bettole o trattorie di campagna . E altrettanto forte è lafauna che li anima: camionisti, mafiosi, violenti, drogati, abitanti dei centri sociali, funzionari corrotti.
L’autore mescola tutto questo con molta ironia, ma traccia anche un quadro che è l’esatto specchio del degrado dei giorni che viviamo e certamente anche nella” grande” Lombardia non ci si fa mancare niente, mazzette incluse.
La storia è narrata in terza persona, una nota interessante è che i nomi sono spesso preceduti dall’articolo, l’Enrico, la Caterina, la Ketty,l’Ottolenghi.
Di Amedeo Consonni, l’uomo con la valigia, fuggitivo suo malgrado, potete scommetterci, ne risentiremo parlare…
L’uomo con la valigia
Giuseppe Previti