Inchiostro simpatico – Patrick Modiano



Patrick Modiano
Inchiostro simpatico
Einaudi
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Terminata la lettura di Inchiostro simpatico del Nobel Patrick Modiano ci si rende subito conto che è uno di quei libri che vanno letti almeno due volte: la prima per entrare in sintonia con i protagonisti del romanzo e la seconda per mettere a fuoco come l’autore giochi con la memoria del personaggio principale, Jean Eyben, e dissemini la storia di metaforiche briciole di pane che portano Eyben da Parigi a Roma.
La narrazione creata da Modiano nel suo complesso tende all’atmosfera orchestrale, coinvolgendo il lettore in una brillante odissea nei misteri della memoria.
Il Modiano autore di un romanzo poliziesco è quanto di più lontano ci possa essere dalle deduzioni di uno Sherlock e dalla psicoanalisi di un criminale alla Poirot, di fatto il lettore faticherà a trovare un crimine.
Il protagonista e narratore che troviamo delineato in Inchiostro simpatico, Jean Eyben, è a malapena un detective. Nella sua vita ha speso solo pochi mesi a lavorare per una agenzia investigativa, la Hutte. Il primo caso che gli è stato affidato riguarda la scomparsa di una certa Noëlle Lefebre, di cui nessuno a Parigi sembra sapere nulla. Le poche piste che segue non portano frutti e, malgrado il fallimento, nel suo ultimo giorno in agenzia prende di nascosto gli appunti che aveva su Noëlle come una specie di souvenir.
Il filo con la ricerca della scomparsa non si spezza nei successivi trent’anni ed ogni due anni o giù di lì qualcosa che vede per le strade di Parigi o un incontro casuale con un vecchio amico lo riporta ai suoi appunti su Noëlle. Continua a inseguire ostinatamente testimoni che rivelano una confusa rete di persone che Noëlle avrebbe dovuto conoscere, ma nessun indizio o rivelazione è abbastanza per ricostruire l’identità della donna misteriosa che ha un’inspiegabile attrazione su di lui e lo porta a cercare risposte nei crepacci della propria memoria. Spregiudicata è la maestria di Modiano nel dipingere un Eyben ossessionato proprio dalla memoria e dall’oblio. Inchiostro simpatico rappresenta una narrazione su come i ricordi si evolvono nel tempo. C’è il processo dell’oblio attraverso il quale il tempo rende le cose più nebulose e disperse, evoluzione molto naturale perché tutti dimentichiamo le cose. Modiano però è più interessato alle dinamiche opposte per cui i ricordi dimenticati riaffiorano improvvisamente o diventano più chiari, proprio come le dune di sabbia in un deserto si erodono per mano del vento ed espongono antichi tesori sepolti dal tempo. A volte anni di accadimenti vengono condensati dalla nostra memoria in una percezione di poche ore, come quelle che per esempio si trascorrono in un sala d’attesa tra due treni, così come la mente si sveglia anche solo per aver visto un profilo, che a volte rende le persone più riconoscibili rispetto al guardarle di fronte, come in un cambio di visuale che desta il soggetto da un torpore.
Alla fine il lettore si accorgerà che Modiano lo guida attraverso la narrazione fino alla riflessioni su dubbi importanti: quanto ci si può fidare della propria memoria e quanto questa è importante?

Gianluca Iaccarino

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