Una famiglia perbene – Felisatti e Pittorru



Felisatti e Pittorru
Una famiglia perbene
Rizzoli
Compralo su Compralo su Amazon

Nero Rizzoli ripropone a cinquant’anni di distanza Una famiglia perbene, romanzo giallo della coppia ferrarese Felisatti e Pittorru. Quel che viene definito “una pietra miliare” del poliziesco italiano, in un’edizione dell’aprile 2023. 

In principio fu Giorgio Scerbanenco, ad incantare gli appassionati del genere con le sue storie noir ambientate a Milano. Poi vennero Massimo Felisatti (1932-2016) e Fabio Pittorru (1928-1995), sceneggiatori e scrittori che avevano già contribuito ad alimentare l’ambiente culturale della Ferrara degli anni Cinquanta, a far rivalutare il giallo italiano con le loro trame il cui sfondo è la città di Roma.

Una famiglia perbene è una storia avvincente, che stupisce per la modernità data dalla freschezza di aggettivi e dialoghi fluidi, non fosse che i protagonisti ogni tanto cercano un telefono a gettoni o si riferiscono al passatempo ludico in termini di “giuoco”.

L’intreccio è talmente suggestivo che difficilmente si lascia il libro a metà, ma si finisce per leggere tutto d’un fiato un racconto che parla di contaminazione, fra zone facoltose della capitale abitate da personaggi influenti, con le periferie disagiate ed esenti da privilegi. Anche in questo, Felisatti e Pittorru sono all’avanguardia, narrando di corruzione a livello politico e sociale, una piaga che affligge tuttora l’Italia ai massimi livelli. 

Siamo nel 1973 e dalla “Roma bene” scompare la figlia di un pezzo grosso: la tredicenne Fiorella Carpi. “Via dei colli della Farnesina è una delle strade più signorili ed esclusive di Roma. Abitare qui significa essere “arrivati”, appartenere alla ristretta cerchia della gente che conta, che ha un nome.”

I personaggi che si alternano sulla scena sono molti, però l’indagine viene affidata al capo della squadra mobile Antonio Carraro, granitico nei suoi principi, che nel corso del tempo non si è mai lasciato corrompere da nessuno. Egli ha un’estrema fiducia nelle capacità del capo della omicidi, l’arguto ma indisciplinato Fernando Solmi. Per quanto scomodo stia quest’ultimo ai suoi colleghi, è lui che riesce a dare una repentina svolta alle indagini. Il fatto che tenda a comunicare poco circa le sue scoperte, fa spazientire più di qualche volta anche lo stesso Carraro, ma sarà proprio Solmi a condurre le squadre di ricerca dritte al bersaglio, in un caso dove ai “piani alti” si pretende da subito del riserbo.

Fiorella viene trovata cadavere nel lago di Albano, coi piedi legati al suo motorino. Senza Solmi il corpo sarebbe rimasto a marcire nelle profondità dell’acqua chissà fino a quando. 

I due colleghi incontreranno le immancabili reticenze di quello che è considerato a tutti gli effetti “un caso raccomandato” e difficile sarà arrivare al colpevole. Senza contare che la giovane vittima, con la sua orrenda fine, mette in luce un’assenza assoluta di valori che si abbatte sull’istituzione della famiglia. Con gente solo interessata a fare soldi, che nulla sa della propria prole, né la frequenta. Compresi strani giri si prostituzione e club a luci rosse, riservati a ricconi dall’esistenza apparentemente ineccepibile.  

In sostanza, col corpo di Fiorella vengono a galla tanti “altarini”, un mondo parallelo che arranca all’ombra di quello attuale. Del tutto marcio e spaventoso.

Gli autori sono bravi a generare più di un sospetto. Una vera e propria caccia all’assassino, in tempi ristretti. Con uno stile asciutto, cinematografico, catapultano il lettore direttamente sulla scena.

La struttura del racconto è semplice, impreziosita da un ritmo che non concede tregua. Un giallo d’azione, in cui ci si diverte a comprendere come funzioni la mente di un investigatore estremamente brillante, alle prese coi pochi mezzi dell’epoca. 

Cristina Biolcati

Potrebbero interessarti anche...