Non tutto è perduto – Marco Vichi



Marco Vichi
Non tutto è perduto
Guanda
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“Seduto nel Maggiolino davanti alla basilica di San Miniato, aspettava di vedere apparire la 500 bianca di Eleonora. Teneva il finestrino aperto, non faceva troppo freddo. Pensò che fino a un paio di anni prima avrebbe fumato una sigaretta, adesso invece non ne sentiva alcun bisogno.”

Non tutto è perduto è un giallo scritto da Marco Vichi. Il protagonista di questo primo romanzo è un poliziotto della questura di Firenze che, ormai è andato in pensione, il Commissario Bordelli. Franco Bordelli è un uomo malinconico, ironico, passa le sue giornate facendo lunghe passeggiate in collina ed è proprio grazie a queste sue passeggiate che ritorna a pensare al suo passato. Nonostante abbia più di sessant’anni ha ancora il fiuto per le indagini e per i misteri ed è per questo motivo che decide di volere risolvere un caso, il suo primo caso e unico della sua carriera. rimasto irrisolto. L’uccisione di un ragazzo, figlio di un industriale fascista ucciso nel 1947 con diverse coltellate. Una vendetta o c’è dell’altro dietro a questo omicidio?

Vi piacciono i romanzi ambientati in un determinato periodo storico, come per esempio il Novecento? 

Cari amici di Milano Nera devo confessarvi che ho sempre delle difficoltà quando devo approcciarmi con dei romanzi scritti in un determinato periodo storico o quando all’interno di esso vengono trattati argomenti come la guerra, non so perché ma sono sempre stata restia nel leggerli. Non conoscevo l’autore e devo dire che come prima lettura non è stata così tragica come mi aspettavo, anzi, sono riuscita a entrare in empatia con questo simpatico commissario dai modi un po’ strambi. Il romanzo è ambientato in una Firenze agli inizi degli anni Sessanta del Novecento e ci fa percorrere l’inizio della vita di Franco Bordelli: quando si arruolò volontario nel ricostituito Battaglione San Marco per liberare il Paese dai nazisti e quando con la fine della guerra, Bordelli intuisce che l’Italia per il quale lui aveva combattuto alla fin fine non era quella che lui sognava. Morti, assassinii e in più la tragica alluvione che colpì la città di Firenze nell’autunno del 1966. Si apprezza molto questa divisione temporale che viene data al romanzo, utilizzando dei flashback che rendono ancora più viva la lettura. L’ambientazione che viene descritta è dettagliata e ci presenta bene anche i personaggi. Personaggi che giocano un bel ruolo tra di loro e attraverso loro si possono percepire le loro emozioni e le loro sensazioni. Uno stile fluido, accattivante, coinvolgente e come un buon giallo dev’essere non manca la suspense! 

Anna Cali

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