Milano Disco Inferno



Riccardo Besola
Milano Disco Inferno
Novecento
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Una Milano a tinte cupissime è quella che ci appare dalle pagine di “Milano Disco Inferno”, l’ultimo noir di Riccardo Besola.
Hinterland del capoluogo lombardo, metà anni ’70: un operaio, a fine orario di lavoro, incide su un disco in vinile un codice misterioso, su istruzioni di una persona, altrettanto misteriosa, che gli sta accanto, e che presto finirà uccisa.
Da qui l’inizio di una serie di tragici, incalzanti avvenimenti, che vedranno coinvolti sventurati più o meno consapevoli, poliziotti corrotti, travestiti vendicativi e soprattutto, quale regista e attore protagonista, il Mezzanotte, esponente di rilievo della mala milanese, rapinatore e omicida, un “ometto da niente”, piccolo e ossuto, con una brutta faccia, spietato genio del male che scatenerà una vera e propria guerra contro chi, a suo tempo, ha distrutto la sua banda e tentato di fregarlo.
Alta tensione assicurata dalla prima all’ultima delle pagine del romanzo, che vede parecchi morti ammazzati, alcuni in modo orrendo, coltellate e pistolettate, crudeltà e torture distribuite senza risparmio ma secondo una strategia ben precisa.
Lettura sicuramente per amanti del noir a tinte forti, “Milano Disco Inferno” supera anche la tradizionale distinzione fra “buoni” e “cattivi”.
Pare quasi che in questa nebbiosa (o afosa, a seconda delle stagioni) Milano anni ’70, dove anche per le strade del centro pure i poliziotti vengono ammazzati o rapiti senza pietà, quasi tutti i buoni siano spariti, per paura o disperazione (e i pochi che restano fanno quasi sempre una brutta fine).
Anche il finale, che spesso viene utilizzato per ricreare un minimo di rasserenante ottimismo, è in questo caso amaro e beffardo.
Riccardo Besola sa sempre come avvincere il lettore e questo romanzo breve ne è l’ennesima conferma.

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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