Origin



Dan Brown
Origin
Mondadori
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Oggi parliamo di Origin, nuovo e ultimo romanzo di Dan Brown – e chi non lo conosce?  Ricorderete tutti i suoi più famosi: Angeli e Demoni, Il codice Da Vinci e Inferno. Magari però non sapete che Origin è il suo ottavo romanzo e il quinto con per protagonista Robert Langdon, professore di iconologia e simbolismo religioso all’università di Harvard, che nelle trasposizioni cinematografiche ha  sempre avuto il volto di Tom Hanks.
In Origin, Brown ripropone la sua formula di successo: fantascientifiche cospirazioni religiose, intrighi internazionali, scontri tra oscurantisti e fanatici con persone di scienza che vogliono illuminare l’umanità. Si potrebbe dire che cuoce bene “nel suo brodo” perché Dan Brown è cresciuto in un clima familiare dove si cercava sempre di conciliare scienza e fede. Richard suo padre infatti, che insegnava matematica alla Phillips Exeter Academy, era un uomo inserito nel mondo scientifico mentre sua madre, Connie, valente musicista di musica sacra era una fedele praticante e suonava l’organo della chiesa episcopale evangelica. Brown ha goduto di un’educazione religiosa ma dopo l’università, si è schierato verso le idee più apertamente scientifiche. Ciò nonostante ha dichiarato in seguito: “…più ci si tuffa nelle materie scientifiche, più aumentano i perché, tanto che cominci a chiederti se nella scienza possano sussistere l’ordine e l’aspetto spirituale”… Idee pragmatiche quindi ma venate dal pizzico di dubbio di qualcuno che continua a porsi domande.
Ora però qualche spunto sulla trama, cercando di non spoilerare troppo.
Ambientazione, Spagna giorni nostri. Origin si apre con un misterioso appuntamento nella Biblioteca di Montserrat, il celebre monastero benedettino catalano. Nel corso di detto appuntamento, sollecitato da Edmond Kirsch, un inventore e genio informatico quarantenne miliardario – che ricorda un po’ Elon Musk diventato famoso in tutto il mondo per le sue invenzioni ipertecnologiche e per le sue audaci predizioni del futuro – Kirsch informa tre fra i rappresentanti delle principali religioni mondiali, della sua intenzione di rivelare la sua straordinaria scoperta in grado di rispondere alle millenarie domande umane “da dove veniamo?” e “dove andremo?” Una scoperta però che potrebbe avere conseguenze devastanti sui credenti di tutto il mondo e in grado di minare l’essenza stessa di ogni fede a favore della scienza. Kirsch dichiara anche che pensa di condividere pubblicamente la sua scoperta. E, nonostante la comprensibile e sbigottita reazione dei tre religiosi, appena tre giorni dopo organizza “Una serata con Edmond Hirsch”, un clamoroso evento mediatico/mondano destinato ai vip e trasmesso in diretta dalle principali catene televisive e web mondiali, per fare la sua dichiarazione in diretta mondiale. Sede dell’avvenimento: Bilbao, presso il favoloso Museo Gugghenheim.
Robert Langdon, che circa vent’anni prima ai primordi della sua carriera universitaria era stato insegnante di Kirsh, si presenta puntualissimo in frack e con in mano il suo invito personale. Langdon, che ha sempre mantenuto buoni e frequenti rapporti con il suo ex allievo a Harvard, è incuriosito dall’annuncio di una stupefacente scoperta. All’ingresso  del museo uno striscione rosso sospeso sopra la folla spiega infatti: “Stasera ci spingeremo oltre”. L’evento ha inizio in una idilliaca atmosfera bucolica voluta del suo ideatore e c’è la calorosa introduzione di Alma Vidal, buona amica di Kirsch, la bella direttrice del museo, fidanzata con l’erede al trono spagnolo. Poi all’apparizione del loro ospite, Langdon e i numerosi presenti vengono coinvolti in una presentazione che si annuncia pregna di scottanti contenuti, forse destinati a cambiare il futuro dell’umanità. Perché Edmond Kirsch intende dare al mondo la sua risposta alle due fondamentali domande umane sull’esistenza… Ma zac, proprio mentre sta per cominciare a parlare, un proiettile l’uccide. Ora però Robert Langdon si sente moralmente impegnato a portare in fondo l’intento dell’amico ucciso. Pertanto, per tutto il resto del libro, con la guida  di Winston, l’assistente informatico computerizzato parlante di Kirsch, e l’aiuto della bella direttrice del Guggenheim, in una frenetica corsa attraverso molti dei luoghi più interessanti della Spagna, punterà a scoprire la password che permette di accedere al file preregistrato e rivelarne il contenuto al mondo intero. Ma una misteriosa setta di fanatici, che vuole bloccarli e non indietreggia di fronte a complotti e biechi omicidi, è sulle loro tracce. Riusciranno i nostri eroi? Io non dirò nulla di più!
Come tutti i romanzi di Brown anche Origin non “dirazza”. Tanti misteri che si susseguono e una brillante e avveniristica impostazione tecnologica si mischiano a una trama che, se sembra un po’ lenta e dispersiva all’inizio, fa presto a trasformarsi in un girotondo di colpi di scena, corse e  inseguimenti. Interpretazioni bibliche a gogò, macchinazioni di religioni cattoliche integraliste ed epocali dichiarazioni, con la previsione di un futuro uomo-macchina integrati. Ma visto che assistiamo già allo strapotere in crescita del web, e al suo dirompente utilizzo, non è difficile accettare l’idea che sfruttamento e la immensa spettacolarità della tecnologia possano essere il divenire del mondo. (Oddio magari con telefonino inserito nel cervello e così via, magari da certi punti di vista ci pare terrificante ma, dall’altra parte, se invece immaginiamo a cosa si potrebbe arrivare con il potenziamento anche informatico della ricerca, cibo per tutti, allungamento della vita, zero malattie ecc. ecc.) Beh da rizzare le orecchie, riflettere e porci diverse domande sul domani di questa umanità. Forse certe astruse idee informatiche del suo geniale scienziato sono meno folli di quanto sembrano. E quindi????                                                                                                    Pare, e ci credo, che Brown abbia avuto bisogno di quattro anni di ricerca in tutti i campi affrontati  per scrivere Origin. Romanzo in cui, per sua scelta, Dan Brown adotta alcuni cliché considerati acquisiti e precise posizioni anticlericali che condannano l’ala destra e più conservatrice del cristianesimo, senza rinunciare però a descrivere con umorismo i berretti tipo baseball ostentati dagli ateisti.
A Dan Brown uno speciale ed entusiastico plauso per l’eccezionale ambientazione artistica spagnola – forse dobbiamo ringraziare anche sua moglie, storica dell’arte e pittrice -. In Origin, infatti, riviviamo gli stupori avveniristici del Gugghenheim, Museo di Arte contemporanea di Bilbao, l’ardito intelletto di Gaudì e della sua Sagrada Familia che sa trasportare l’arte nel futuro, il colorato surrealismo di Miro e, come i suoi protagonisti, subiamo la fascinazione ( che sia la scintilla del romanzo?) del capolavoro di Gauguin : D’où venons-nous ? Qui sommes-nous ? Où allons-nous?
Abbiamo anticipato che Don Brown per il suo protagonista si è ispirato a un personaggio della realtà: Elon Reeve Musk (Pretoria, 28 giugno 1971) un imprenditore e inventore sudafricano naturalizzato statunitense. Musk è famoso soprattutto per aver creato la Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX), di cui è amministratore delegato e CTO, e la Tesla Motors, di cui è presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato. Inoltre è presidente di SolarCity e ha cofondato PayPal e OpenAI. Ha inoltre proposto un sistema di trasporto super veloce conosciuto come Hyperloop. Nel dicembre 2016 ha fondato un’azienda chiamata The Boring Company. A dicembre 2016, Musk era alla 21ª posizione della Lista delle persone più potenti del mondo secondo Forbes. Con le sue compagnie, Musk ha costruito la prima vettura sportiva elettrica dell’era moderna, la Tesla Roadster, un successore privato dello Space Shuttle (costituito dalla capsula orbitale Dragon trasportata dal razzo vettore Falcon 9) e il primo razzo riutilizzabile (costituito dal Falcon 9).

 

Patrizia Debicke

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