Ricordi di Amilca Ismael

MilanoNera intervista Amilca Ismael, nata a Maputo, in Mozambico, trasferitasi in Italia nel 1986. Qui si diploma come assistente per gli anziani ed inizia a lavorare presso una casa di riposo.

Amilca Ismael decide di ambientare il suo primo romanzo, La casa dei ricordi, edito da Il Filo, proprio in una casa di riposo, dove si vivono le esistenze spesso sofferenti e malinconiche degli ospiti, e quelle passate, a volte felici, a volte travagliate, che si cercano di rivivere attraverso i ricordi.
Tra queste la storia di Rita, che si ritrova in quel luogo all’età di cinquant’anni a causa di una malattia, e proprio non riesce a farsene una ragione: è arrabbiata e delusa, non accetta quell’ingiustizia, rimpiange la sua vita, le sue abitudini e tutto quello di buono che credeva di avere.
Invece la sua permanenza verrà alleviata dall’amicizia con il suo “angelo nero” e scoprirà che la vita offre sempre una seconda occasione, una possibilità di riscatto, ma soprattutto, c’è sempre un perché.

Quando e perché hai deciso di scrivere questo romanzo?
Ho a che fare con persone che vivono solo di ricordi e hanno voglia di raccontarsi. La mia capacità e la pazienza di ascoltare chi soffre, in questo caso i miei vecchietti, mi hanno portato inizialmente a raccogliere le loro storie, i racconti, i sacrifici, le rinunce, le delusioni ed avventure amorose, e in seguito a scrivere un romanzo.

Quando hai trovato il tempo di scrivere, visto il tuo impegno?
Scrivevo nei ritagli di tempo e quando i miei figli mi lasciavano libero il computer.

Mentre scrivevi, prevaleva maggiormente in te la voglia di denuncia riguardo al mondo della terza età, o il voler aprire gli occhi alla nostra società frenetica, egocentrica e così lamentosa da faticare a vedere il lato buono della vita?
Con questo romanzo ho voluto offrire ai miei amici ed ai lettori la forza nei momenti bui che s’incontrano nel cammino di ognuno di noi, e mostrare loro cosa a volte la vita riserva quando meno lo aspetti. Non era mia intenzione denunciare il mondo della terza età, ma far riflettere su di un argomento che sembra non importare nessuno e viene affrontato con molta superficialità.

Lavori ancora come assistente per gli anziani?
Sì, tuttora.

Ai tuoi vecchietti hai letto il tuo romanzo?
In una casa di riposo esistono diverse patologie, non è facile leggere racconti, anche se qualcuno, ancora con buona memoria, l’ha letto.

Hai in programma un secondo romanzo?
Sì. Un romanzo che racconta di un’amicizia tra due donne, nata su un volo diretto in Portogallo dove la protagonista apre il suo cuore, descrivendo a passo a passo la storia della sua vita, del Mozambico coloniale e del Mozambico indipendente, dei suoi quindici fratelli e delle sue due mamme.

barbara barbieri

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