Il segno del sale



Massimo Ansaldo
Il segno del sale
Leucotea Edizioni
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Anche i pomodori sanno che non si sfugge al passato…
Mi perdonino Leo Ortolani e Ratman se ho l’ardire di usare queste parole per dare un titolo a un mio delirio, ma calza a pennello con quanto scivola dalle dita alla tastiera per parlare di un romanzo che ho letto.
Anche se non si è un pomodoro, il passato nasconde sempre qualche insidia in grado di ridurre in polpa chiunque e alimentare odi profondi tra la “semenza umana” che ne discende, in una sorta di filogenesi della disgrazia a cavallo tra Lorenzo Bellini e le care e vecchie maledizioni bibliche. Pensate a quelle dinastie sempre in lotta e sull’orlo della tragedia come i Montecchi e i Capuleti, gli Orazi e i Curiazi e i Roversi e i Durante.
Un attimo, non sapete chi sono i Roversi e i Durante e perché la loro ostilità agita le chiacchiere e la tranquillità di Campiglia, un “mucchietto di case” sul crinale di una collina vicina a La Spezia e di fronte al mare? Tranquilli, potete rimediare leggendo Il segno del sale di Massimo Ansaldo.
Negli anni ’40 quando l’Italia è a un passo dalla guerra, Mario Roversi e Giovambattista Durante scoprono una grotta salina e fondano una confraternita per gestire al meglio il lucroso commercio ma tutto precipita quando Giovambattista viene assassinato e Mario accusato dell’omicidio.
Circa ottant’anni dopo, Giuseppe Roversi ed Ermanno Durante sono ancora separati dall’odio ma la comparsa di una manciata di sale umido sulle porte di casa di alcuni dei discendenti dei confratelli – lo stesso segnale che veniva usato per convocare gli adepti – diventa una condanna a morte senza appello. I fantasmi sono tornati a incassare oppure esiste una verità nascosta in grado di rileggere ciò che accadde?
Sarà l’intuito di Rossano Iurato, Commissario aggregato alla giudiziaria della Questura di La Spezia, a disinnescare e smascherare delle pericolose connivenze che agitano il presente.
L’autore sceglie con cura le parole adatte per una narrazione che intreccia i due piani temporali e cucina una storia ricca di sapore.

Mirko Giacchetti

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