Sotto un cielo cremisi



joe r. lansdale
Sotto un cielo cremisi
fanucci
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Ho passato la notte con Joe R. Lansdale. Non riuscivo a staccarmi dal suo ultimo romanzo.

In un’ intervista una volta ha dichiarato: “Non riesco proprio a lasciare stare questi due ragazzi. Ci ho provato ma loro tornano sempre indietro tirandomi le lenzuola e sussurrandomi: scrivimi, scrivimi”. Anche per lui è difficile separarsi da quei due bravi ragazzi di Hap e Leo. Bè, fortuna per noi, perchè i due son tornati.

Stavolta Hap Collins e Leonard Pine vengono contattati dal loro vecchio amico Marvin Hanson, che vorrebbe liberare sua nipote Julia, detta Gadget (soprannominata così perchè da piccola amava aggiustare le cose) da alcuni trafficanti di droga. L’ unico problema è che quegli spacciatori lavorano per persone molto più malvagie e feroci di loro: la Dixie mafia. Nasce così una vera e propria guerra senza limiti e senza esclusione di colpi, durante la quale Hap e Leonard hanno a che fare con un leggendario, misterioso e sanguinario sicario, Vanilla Ride (che è poi il titolo con cui il romanzo è stato annunciato negli Usa), che nessuno ha mai visto prima d’ ora anche perchè tutti quelli cha hanno avuto a che fare con Vanilla sono morti. Un sicario con il senso dell’ onore, ma che farà passare due brutti minuti ai nostri amici.

Forse sono un po’ arrugginiti, questo è il problema dei duri sopra i quarant’anni: gli scappa spesso da pisciare, fa dire Lansdale ad Hap, ma sono sempre maledettamente cazzuti. Già, perchè oltre al cinismo, all’ ironia, allo spirito, alla sagacia, al ritmo coinvolgente e incalzante, il punto di forza dei libri di Lansdale sono proprio i due protagonisti delle sue storie: il nero gay, Leonard, quarantenne e abbastanza sfigato (è morto il suo armadillo Leo) e in crisi col compagno John, e il suo amico bianco Hap, coetaneo ed eterosessuale, ma che porta le pantofole a forma di coniglietto ed è innamorato della bella rossa e neanche tanto indifesa Breet.

Sono una droga, non riesci a rimanere indifferente e non riesci a fare a meno di loro e al ritorno di Jim Bob, all’ avvento di Tonto, e ad una buona dose di violenza, compresa quella di Breet, che rendono il tutto ancora più interessante. Dedicato a tutti i fan di Hap e Leonard (siete dei ben strani tesori), Sotto un cielo cremisi vale la pena soltanto per l’ incipit: “Da un bel pezzo non mi sparava più nessuno, e negli ultimi due o tre mesi ero riuscito a conservarmi la testa tutta intera. Si trattava di una specie di record, e cominciavo già a sentirmi speciale”.

Fantastico. B, aveva proprio ragione Niccolò Ammaniti: “Io consiglierei a un analfabeta di imparare a leggere solo per poter conoscere Lansdale“.

francesca colletti

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