Jane Mercedes Chatwich è una giovane produttrice cinematografica che si atteggia a disinibita tigre del sesso ma in realtà è solo una ragazza acqua e sapone che vuole sfondare nell’ambiente hollywoodiano. Iniziata la realizzazione di un film sulla storia d’amore gay di due soldati nella seconda guerra mondiale, Jane riceve minacce di morte dalla solita organizzazione fondamentalista e viene messa sotto protezione.
Prevedibilmente – dopo le inevitabili schermaglie – si innamora della propria bodyguard, il muscoloso ma sensibile SEAL Cosmo Richter. Intanto Robin, fratello sciupafemmine di Jane, scopre un’inattesa e tormentata attrazione per il bell’agente dell’FBI che deve proteggere la sorella. Mentre le coppie si fanno e si disfano, si prepara l’inevitabile resa dei conti, giustamente pirotecnica.
Ottavo libro di una serie incentrata sull’organizzazione di guardie del corpo Troubleshooters, il libro attinge sia al filone romantico che a quello d’azione. L’autrice tuttavia è brava e sa realizzare un romanzo avvincente e movimentato, trattando in maniera non banale dal punto di vista delle psicologie individuali, una serie di situazioni sentimentali scontate, in particolare quella – pacchianissima – della love story con la guardia del corpo. Ciò che interessa alla Brockmann è trasmettere un messaggio di tolleranza, e ci riesce bene, dipingendo con attenzione e finezza la storia d’amore gay, cui attribuisce la medesima importanza sul piano narrativo di quella attribuita alle altre vicende amorose.
Nella parte centrale del libro, l’azione si perde un po’, dovendo prestare troppa attenzione ai turbamenti dei numerosi personaggi, però poi verso la fine la storia riparte e termina in un ben condito crescendo di abili e inattesi colpi di scena.
Insomma (a chi piace il genere) questo è un bel libro romantico inserito in una trama sufficientemente robusta, correttamente dettagliata dal punto di vista delle tattiche di combattimento dei SEAL e con alcuni elementi interessanti sull’omosessualità fra i soldati della seconda guerra mondiale. E alla fine si può persino perdonare all’autrice di aver definito il suo eroe “una sorta di incrocio fra Cristo e Terminator”… Del resto, averne!