Technoschock
Brutale, spiazzante, adrenalinico: il colore della copertina non deve ingannare, perché di rosa Technoshock ha solo quello. Lo si intuisce fin dalle prime pagine, dalla sofferenza, dalle atroci violenze che adornano l’efficace descrizione di una sanguinosa rapina in villa.
Nelle cinquecentosei di Technoshock pagine prendono forma e si intrecciano diverse storie noir, espressioni della profonda crisi morale in cui versa la società contemporanea, dove perversione e violenza, oggi più che mai, trovano libero sfogo anche grazie all’incoscienza e all’ignoranza nell’interfacciarsi con il web. Sullo sfondo una Venezia in agitazione per l’arrivo della “tempesta perfetta”, presagio di un’alluvione destinata a portare via tutto e a consegnare alla storia dei dimenticati crimini, sensi di colpa, redenzioni vere e presunte.
Maschere che l’acqua della laguna, impietosa e temibile, spazza via svelando volti di vergogna e sofferenza. Quello di un professore di liceo travolto dal fantasma di un amore giovanile finito in tragedia; quelli di Toni e Giovanni, suoi due studenti incapaci di distinguere il reale dal virtuale; quello di un padre di famiglia che adesca ragazzini in chat e finisce per trovarsi faccia a faccia con la figlia. E poi il volto di un imprenditore devoto al porno, fastidiosamente sadico con le sue amanti bambine; e quello di un criminale ucraino, tormentato da un oscuro passato che gli impedisce di redimersi come e quanto vorrebbe.
Maschere, volti di una società che è impossibile non riconoscere e ritrovare ovunque, come mostrano anche le cronache quotidiane.
Technoschock
Giulio Oliani