Un titolo da paura stavolta e da paura di quella con la “P” maiuscola per il commissario Sergio Crema e per Mario Bernardini (amico-nemico critico cinematografico, atletico e longilineo) che, nonostante le settanta primavere è l’amante di una bella e giovane attrice e che ben volentieri si fa, al bisogno, suggeritore o per Crema una specie di dottor Watson logorroico.
Il romanzo anzi un thriller giallo che anzi è più, molto di più ma non voglio svelare troppo, parte stavolta con un incipit scioccante: nel fossato che circonda il Forte di Fenestrelle (la fortezza sabauda detta anche la “grande muraglia piemontese”) vengono ritrovati i cadaveri di due uomini. Nudi. Conclusione delle indagini dei carabinieri: gioco erotico gay finito male.
Ma subito dopo, al secondo capitolo del romanzo, lo scenario diventa casalingo, ma ahinoi drammaticamente feroce con il commissario (la bilancia parla di 100 chili) costretto a una spartana dieta domestica e ad almeno quaranta minuti di camminata al giorno, per riconquistare la taglia 54. Eh già, perché a parte i “lazzi” dei figli, Crema che è felicemente sposato e padre di due marmocchi, avrebbe anche un “debole” per il magistrato Giulia Bonamico.
Pertanto quei cento chili sono un nemico da combattere e vincere a ogni costo.
E dunque casa ufficio a piedi ma, vedi caso, proprio durante la sua passeggiata mattutina incontra Mario Bernardini che l’aspettava al varco e gli mette un perfida pulce nell’orecchio. Un caso già chiuso, quello di Carmen Mercadante, una donna assassinata dal marito nel parco, presenta alcune discrepanze orarie che proprio non quadrano. Per Bernardini la polizia ha trascurato il cronometro e messo in galera un innocente. Di quel caso però non si era occupato Crema ma il giovane commissario Dotti, fautore sistemi modernissimi e anche per questo rivale del nostro, nel lavoro. Se ha preso un granchio, come parrebbe proprio, il nostro commissario non vorrebbe averci a che fare, ma tant’è! Gli toccherà!
Con il beneplacito dell’onnipresente dottoressa Bonamico, sempre per lui “foriera di libidinosi sogni erotici”, Crema, spalleggiato dal fido ispettore Quadrini e dalla sua squadra, s’imbarca nella difficile battaglia per assicurare alla giustizia il vero colpevole, senza immaginare che questa indagine li costringerà ad affrontare una storia molto più grande, in cui la morte della donna era solo una piccola tessera di un diabolico puzzle.
Un orrido labirinto da percorrere con una terribile e imprevedibile via d’uscita,
Mentre Parigi è vittima degli attentati del novembre 2015, e tutto il mondo pare impazzito di paura, anche il commissario Crema dovrà affrontare la provocazione delle radici del male, rendendo vano l’obiettivo finale degli invasati terroristi di casa.
Ancora una volta Ballacchino rimescola le carte e rimette in gioco i suoi personaggi grati ai lettori. Con le loro caratteristiche, buone e meno buone che hanno già mostrato negli altri romanzi e con gli anni di vita e gli inevitabili acciacchi che possono rendere addirittura fragilissimo un uomo forte come Bernardini.
E scegliendo di inquadrare la vicenda in un momento storico preciso, in un’Europa sconvolta dagli attentati di matrice islamica, ci presenta anche una Torino che sta cambiando faccia, che cresce bene con la costruzione dei primi fantastici grattacieli ma anche male e che esibisce alcune brutte piaghe aperte e che rischiano di farsi purulente e inquinare la vita della città.
Torino obiettivo finale
Patrizia Debicke