Fa caldo. In un appartamento del centro di Bari viene trovata morta una donna dal carattere solitario e scontroso. Tutto è in ordine nella casa ma non è una morte naturale. L’autopsia mette in luce che si è trattato di un strangolamento.
Il lavoro coordinato dalla PM Elisabetta Ciraci si concentra inizialmente su Giovanni Campanaro, un commercialista il quale rilascia delle dichiarazioni un pò ambigue. È un uomo di 50 anni, biondo, occhi azzurri, esuberante, un tantino esagerato. L’indagine si convoglia su di lui anche perché emergono tre punti sospetti: aveva bisogno di un prestito, si è stranamente dimenticato dell’appuntamento con la signora e poi tutta la sua vita pare una bugia. Dall’indagine emerge che si trovava in difficoltà a livello finanziario. Il suo avvocato però Enrico Martucci, un vecchio frequentatore del Foro, lo ritiene innocente ma si preoccupa che la sua estraneità ai fatti sia riconosciuta anche formalmente. Un Magistrato anche lui di lungo corso, esperto di diritto, presiede il processo.
Versioni contrastanti si susseguono. Il padre di Campanaro cerca in tutti i modi di aiutare Giovanni. Viene interpellata la sorella della vittima, la quale riconosce che si sentivano ma non frequentavano. La sorella, a suo dire, aveva un difficilissimo carattere e lei preferiva la tranquillità della distanza e al continuo litigio legato alla frequenza.
Il dilemma si fa stringente e pone davanti alla scelta di condannare un innocente oppure assolvere un colpevole. Un classico legal thriller che incuriosisce e spinge ad andare sempre più in là.
L’autore del libro è una persona conosciuta. È stato commissario di polizia e magistrato penale, attualmente è presidente di sezione del Consiglio di stato. Conosce quindi, dal vivo, molto bene la Legge e le contorsioni dell’interpretazione. Ha vissuto in prima persona problemi e dubbi. Un giallo quindi avvincente dove lo scrittore torna a raccontare i meccanismi della Legge con le sue contraddizioni. Una trama elaborata con eccelsa maestria, una vicenda provata come esemplificazione della macchina giudiziaria. Con le sue lungimiranti capacità e pericolose discese in basso.