Un mix esplosivo tra le analisi puntuali di Kay Scarpetta e una maldestra Bridget Jones, negli inciampi della vita. Si tratta di Alice Allevi al quinto episodio della sua saga. Alessia Gazzola, autrice di bestseller tradotti in sette paesi, dopo “le ossa della principessa” si confronta con un nuovo “cold case” all’interno del romanzo “Una lunga estate crudele“. Trovando terreno fertile in una compagnia teatrale e nella cornice di un teatro romano. Qui si avvia la vicenda in cui l’indagine con il fido commissario Caligaris, divenuto nel corso dei romanzi il padre putativo che vuole tirar fuori da Alice le
sue capacità investigative, si interseca a travagliate vicende sentimentali. Si potrebbe, citando ancora una volta la Gazzola, parlare di “Sindrome da cuore in sospeso”, in cui ai due amati; l’innominabile Arthur, rampollo della famiglia Malcomess e il tremendo Conforti, si aggiunge un terzo, che rappresenta l’icona dell’amore romantico per antonomasia. Ma, come dice il proverbio, tertium non datur e nonostante il corteggiamento stilnovistico, l’elemento aggiunto in “Una lunga estate crudele“, resterà sullo sfondo. L’indagine corre alternando la canicola della città a fughe fuori
porta. Gelati per smorzare l’afa a celle frigorifere antecedenti ad autopsie. Riuscirà Alice a sciogliere l’enigma nascosto dietro la maledetta pièce shakespeariana? La domanda è retorica.
Una lunga estate crudele
Bea Buozzi