Veleno – Pablo Trincia



Pablo Trincia
Veleno
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È tutto lì, in quelle tre parole che accompagnano il titolo: “Una storia vera”. Perché a leggere “Veleno” non è così immediato credere che quanto raccontato sia “cronaca” e non “romanzo”. Eppure lo è: realtà, non finzione. Un’inchiesta che ci porta nella Bassa Modenese, alla fine degli anni Novanta, in due paesi “separati da una manciata di chilometri di campi, cascine e banchi di nebbia”. Qui sedici bambini vengono allontanati dalle loro famiglie e trasferiti in località protette. Per i genitori le accuse più infamanti: pedofilia e satanismo. Sospettati di appartenere a una setta che di notte compie rituali nei cimiteri della zona: a officiarli un prete molto conosciuto nella comunità.
È un bambino il primo a svelare a psicologi e assistenti sociali l’esistenza di quella sterminata “rete di mostri”. E coinvolge anche altri che, dopo essere stati allontanati dalle loro famiglie, cominciano a raccontare quanto di orribile erano costretti a subire quotidianamente da padri, madri, fratelli, zii, conoscenti. Eppure di testimonianze “terze” non ne emergono: nessuno sembra aver visto, né sentito nulla. E questo è solo l’inizio. “Scoprirete che c’è stata qualche condanna per violenza in ambito domestico, ma che non esisteva nessuna rete di pedofili, nessuna setta satanica. Che qualcuno è morto di crepacuore e qualcun altro si è suicidato, qualcuno è andato all’estero e qualcuno non ha mai più visto il figlio o il fratello” si legge sul sito di “Repubblica”, che nel 2017 ha lanciato l’omonima serie podcast a cui è ispirato il libro.
Entrambi sono frutto dell’intenso lavoro di Pablo Trincia, che cinque anni fa è inciampato in queste vicende, appassionandosene a tal punto da decidere di recarsi in quei luoghi, ancora terribilmente segnati dal sisma del 2012, per cercare di capirci meglio. Ha raccolto testimonianze, scovato documenti. Ha ricostruito con l’aiuto di psicologi e rinomati esperti quanto avveniva nelle stanze in cui venivano interrogati i bambini. È andato alla ricerca di casi analoghi in Italia e nel mondo, rivelatisi “bolle di fumo” perché le accuse nel tempo sono cadute. E ha fatto emergere una potenziale “altra” verità, sostenuta anche dalle nuove dichiarazioni di due di quei sedici bambini, oggi adulti. Un’ “altra” verità che, se comprovata, provocherebbe ancora più dolore. Perché, nonostante ci siano state diverse assoluzioni, nessuno di quei bambini è mai tornato nella propria casa, con i genitori. Nessuno ha riabbracciato fratelli o sorelle, affidati ad altre famiglie. Solo oggi qualcuno è riuscito a voltarsi indietro, a provare ad affrontare il proprio passato.
Stile asciutto, ritmo incalzante: “Veleno” è uno di quei libri che ogni tre, quattro pagine costringe a uno stop. Per meditare, per elaborare, per provare a capire. Fino a quando l’ansia di conoscere, di saperne ancora di più non prende nuovamente il sopravvento. E lo si divora.

Giulio Oliani

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