Luciano Lutring oggi compie 70 anni. Auguri!


In occasione del suo settantesimo compleanno Luciano Lutring ricorda il percorso della sua vita.
“Sono stato latitante per sette anni, in Francia che considero la mia seconda patria, Belgio, Svizzera, Olanda, Lussemburgo. Vivevo rapinando gioiellerie, ma solo quelle con i marchi più importanti, Cartier, Rolex, Van Cleef e Arpels, non andavo a rubare le sveglie. Mi truccavo con baffi posticci, modificavo il mio aspetto e falsificavo io stesso i miei documenti di identità. Grazie alle mie donne disponevo di case dove nascondermi o alloggiavo in alberghi di lusso dove non chiedevano i documenti. Ho anche pranzato in ottimi ristoranti avendo come vicini di tavolo prefetti o ispettori di polizia che mi stavano cercando.
Da 30 anni sono un uomo libero, dal 27 marzo 1967 quando ho ricevuto la grazia dall’allora presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone.
Ricordo quella mattina, quando un brigadiere mi chiamò all’ufficio matricola del carcere Canton Mombello di Brescia . Gli agenti mi accolsero per la prima volta sorridenti e quasi felici di vedermi. Dopo qualche attimo di attesa fui raggiunto dal maresciallo che mi disse che il direttore mi attendeva. Mi prese l’angoscia perché solitamente il direttore convocava per comunicare gravi lutti in famiglia. Quale dei miei famigliari?
Entrato nel suo ufficio, il direttore mi venne incontro e mi accolse con una cordiale stretta di mano dicendo:
– Lutring sono lieto di comunicarle che il Capo dello Stato le ha concesso la grazia. Stiamo attendendo il fonogramma per la sua immediata scarcerazione. –
Questi avvenimenti, malgrado siano passati 30 anni, mi danno la forza per superare i momenti di tristezza e per continuare a vivere.
Oggi posso fare un bilancio della mia vita da uomo libero:
Due splendide figlie gemelle, Katiusha e Natasha che hanno vent’anni, la pittura che è stata il punto di partenza della mia seconda vita, e per cui ho anche conseguito numerosi premi, i libri, Una storia da dimenticare del 2004, Catene spezzate del 2006, Come due gocce d’acqua del 2007. Tutti i mie ultimi libri, compreso il prossimo sono pubblicati da Agar Edizioni.
All’inizio del 2008 uscirà un nuovo libro, L’amore che uccide, storia romanzata ispirata a racconti appresi in carcere da un compagno di cella, di un legionario che ha legami con l’OAS (Organisation Armée Secrète) francese del generale Raoul Salan, fiero oppositore del governo di Charles De Gaulle.
Dopo Svegliati e uccidi per la regia di Carlo Lizzani del 1965 è in fase di lavorazione un altro film sulla mia vita che verrà realizzato dalla Cattleya di Roma, tratto dai due libri autobiografici recenti, Una storia da dimenticare e Catene spezzate e per il quale sono consulente tecnico al casting.
Il mio sogno è di vederlo realizzato prima del mio ultimo traguardo. Ho già scelto l’epitaffio per la mia tomba:
« Qui giace un uomo che da vivo ha corso molto e che da morto vorrebbe riposare in pace »

La mia è stata una vita avventurosa, ai margini della società, con grandi amori, fughe spericolate, ma fortunatamente con un lieto fine.
Oggi vivo sereno a Massino Visconti, sulle colline sovrastanti il Lago Maggiore, scrivo, dipingo e sono un uomo libero. L’unico legame con il mio passato è che ancora la gente che incontro mi riconosce e mi indica come « Il solista del mitra ». Festeggerò il mio compeanno in famiglia con un’enorme vassoio di profiteroles e bevendo champagne.”

ambretta sampietro

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