Non esistono buone intenzioni



Katarzyna Bonda
Non esistono buone intenzioni
Piemme
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Davvero non ci sono buone intenzioni in questo romanzo della polacca Katarzyna Bonda, né da parte dei numerosi personaggi, né tantomeno da parte dell’autrice che semina trappole al lettore a partire dalla prima pagina.
E’ difficile parlare di questo romanzo, più noir che thriller, senza rivelare nulla, ma occorre dire che ogni episodio narrato non deve mai essere preso come oro colato e che pochi dei personaggi sono veramente ciò che sembrano. Anche la protagonista Sasza Zaluska,, profiler appena tornata in Polonia da un master presso una università inglese, si porta appresso insieme con la figlioletta Karolina un segreto a cui la piccola non è estranea.
La Bonda è brava a mantenere desta l’attenzione del lettore instillandogli a poco a poco il dubbio che lo stia infinocchiando rifilandogli delle false verità.
La vicenda ha il suo antefatto nel 1993 nei dintorni di Danzica in un ambiente colluso con la mafia polacca a tutti i livelli con una storia che vede protagonisti degli adolescenti, ma si sviluppa vent’anni dopo quando uno dei giovani, diventato un cantante famoso per un’unica hit Ragazza del nord, viene trovato morto nel suo club musicale l’Ago con la manager del locale ferita gravemente nella stanza accanto.
Da qui si dipana per cinquecento pagine una matassa ingarbugliata che a volte confonde il lettore soprattutto a causa dei troppo numerosi e difficili nomi e cognomi polacchi.
La verità dei fatti verrà stabilita dalla Zaluska nelle ultime pagine, ma la donna sarà subito coinvolta in un’altra dolorosa verità personale che ha il sapore di prologo per una nuova storia.

Rita Garzetti

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