Avete dimenticato la fine di “Un volo per Sara”? Sara La Mora e Teresa la Bionda, diverse come il giorno e la notte, di nuovo momentaneamente unite da un’indagine sottotraccia, decise a battersi fino in fondo, a loro rischio e senza paracadute, avevano scalfito l’impenetrabile corazza dei servizi…
Tutto era collegato a un misterioso incidente aereo. Quello di un Learjet 3, piccolo aeroplano turistico da otto posti di una compagnia privata diretto a Olbia in Sardegna, che a circa ventisette minuti dal decollo si era schiantato nel mar Tirreno a quattro chilometri al largo delle Pontine.
Romanzo che si concludeva oscuramente con Teresa, ancora in servizio attivo, che correva alla prime luci dell’alba come amava fare. E, come una bambina senza evitare le pozzanghere, anzi attraversandole per farne sprizzare gocce che i primi raggi di sole trasformavano quasi in polvere di stelle… Immersa nei bei ricordi del lontano ma strettissimo rapporto con Sara, quando erano unite come e più di sorelle…
Teresa correva: solo in compagnia di pensieri, idee, accompagnata dal suono dei suoi passi epperò negli ultimi metri, prima di raggiungere il lungomare, un rumore sordo, poco lontano: sì era un motore. Qualcun altro mattiniero quanto lei?
Rammento di avere chiuso la mia precedente recensione con la frase: “possibile che per la Bionda, il prezzo da pagare sia solo un ineluttabile presente… che potrebbe condurre a un’apertura su un diverso futuro…”
Ma certo ! Com’è poi finita quella corsa all’alba di Teresa Pandolfi?
Teresa Pandolfi, l’ancor bella e sfrontata dirigente dell’Unità intercettazioni 1 dei Servizi, sappiamo era riuscita a far intrappolare qualcuno… E oggi un qualcun altro, vicino a quel qualcuno l’ha fatta rapire per trovare il modo di metterla a tacere definitivamente ma, prima di farlo, di poterlo fare, insomma, prima di riuscire a farle pagare il conto, deve sapere cose e quanto sa davvero la Bionda e cosa potrebbe avere ora in mano per incastrarlo, da usare come parafulmine.
Insomma, prima di farla sparire, ci vuole la garanzia che non possa lasciare in giro prove compromettenti per la loro rete di potere. Nessuna subdola e velenosa scia.
E una diabolica manovra architettata dal suo rapitore ha fatto sì che nessuno pensi a cercare Teresa Pandolfi e a domandarsi il perché della sua assenza. Lei è una donna che vive sola , senza legami fissi affettivi, solo rapporti fugaci . L’unica persona che vedeva e sentiva ogni tanto era Sara. Però con gli anni e il pensionamento di Sara, si sono quasi perse.
Ma Sara e Teresa hanno lo stesso un profondo legame tra loro e dal giorno in cui la Bionda non risponde a un suo messaggio, Mora intuisce che c’è qualcosa che non torna, teme che l’amica sia in pericolo di vita ed è disposta a fare ogni cosa per salvarla. E, messa in campo la sua eterogenea o meglio sgangherata squadra, composta da sua nuora, Viola, eccellente fotografa e colonna informatica, dalla colonna della legge, informatore e cane da punta : il baffuto e disordinato ispettore Davide Pardo e ultimo ma non ultimo il suo Boris, colossale Bovaro del Bernese, all’occorrenza e anche eccellente baby sitter di Massimiliano, nipotino di Sara, darà il via a un’indagine che si trasformerà presto in una corsa contro il tempo.
E al loro fianco ovviamente tornerà in scena anche la sua risorsa forse più preziosa, l’ex agente cieco Andrea Catapano memoria storica dei Servizi che con Bionda e Mora ha condiviso gli anni migliori.
Una frenetica corsa contro il tempo quella di tutti loro , girando a vuoto prima per riuscire a capire se esiste qualche documentazione, unica possibile e utile merce di scambio per ottenere la liberazione di Teresa.
Ma spetterà soprattutto a Sara il compito di scandagliare il forziere dei ricordi, interrogandosi e ripercorrendo anche quelli più banali che le sembrano dimenticati e invece potrebbero contare.
Un biglietto accartocciato buttato in una pattumiera potrebbe rivelarsi una traccia? Una parola da interpretare? E allora toccherà solo a Sara, il compito di risalire con pazienza il troppo spesso doloroso filo del tempo e vagliare tutto ciò che sa e sapeva dell’amica, costretta persino a sfiorare i misteri, tuttora coperti, di intoccabili personalità pubbliche italiane, invischiate in contorti e pericolosi grovigli di potere.
E sarà proprio Sara Morozzi, ex poliziotta dei Servizi Segreti detta Mora, la donna invisibile che riesce a mimetizzarsi fra la gente come e meglio di un camaleonte , con la dote di saper leggere le labbra e il linguaggio del corpo, oggi anonima nonna struccata e dai capelli grigi, a trovare il bandolo e il modo di riagganciarsi a una lontana stagione, tornare alle indagini di ieri, collegarle a quelle di oggi e riaprire, quelle tante dolorose porte del passato che parevano ermeticamente chiuse.
Sara Morozzi , nel sesto capitolo della sua storia, calata in un’indagine che non avrebbe mai voluto dover condurre. Solo Sara potrebbe intuire la giusta pista per rintracciare la Bionda. Un’ indagine da brivido per tentare di salvare la vita di Teresa Pandolfi sua amica, sua ex collega, ma e soprattutto a lei cara come e più di una sorella, che è stata rapita. Perchè loro condividono molto più di anni di lavoro insieme.
Il loro è un rapporto antico, che spesso diventa uno specchio in cui guardarsi per vedersi veramente, per rivelare, loro che sono abituate a custodire segreti, il loro vero essere, con i dolori, i dispiaceri, l’amore vissuto e perso di una, e perso ma non veramente vissuto dell’altra. Una storia che parte dall’origine dell’amicizia tra due donne che hanno fatto scelte diverse ma non si sono mai realmente allontanate. Due donne che si conoscono bene, si sentono, hanno percezione una dello stato d’animo dell’altra. Come Sorelle, appunto.
Con continui rimandi al passato, imperdibili camei non collegati all’immediato presente ma forse premonitori di nuove, coinvolgenti avventure e l’aleggiare di sinistri e minacciosi poteri che gravano sul futuro, che dire? Beh grazie Sara, grazie Maurizio e… alla prossima!
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