WW (DiRottamenti) – La signora dell’ascolto

«Si direbbe che l’attenzione è quello stato della mente che ci permette di essere»: Nadia Boulanger (1887- 1979) è stata una grandissima musicista. Meglio è stata organista, direttrice d’orchestra (fenomeno rarissimo ancora oggi) e soprattutto straordinaria maestra di altrettanto straordinari allievi, centinaia di virtuosi, compositori e direttori, da Leonard Bernstein ad Astor Piazzolla, da Aaron Copland a Philip Glass.

Per 70 anni i grandi nomi della musica del Novecento hanno incrociato il suo cammino: Igor Stravinskij, Dinu Lipatti, Ferruccio Busoni, Francis Poulenc, Igor Markevitch, Yehudi Menuhin. Per Nadia, che sosteneva «nella testa sento sempre delle note, penso sempre alle note… mi è più difficile leggere un giornale che una partitura», in realtà ci sono stati tanti altri incontri importanti, per esempio con Paul Valery, tante letture, tanti scambi. Eppure quanti la conoscono?

A far giustizia arriva ora il libro di una piccola e coraggiosa casa editrice palermitana, rueBallu Edizioni (che non a caso prende nome dal mitico indirizzo della Boulanger), che edita Incontro con Nadia Boulanger, di Bruno Monsaingeon, per la collana Femmes extraordinaires. Anche se non siete appassionati di musica, questa serie di inrterviste, raccolte nel giro di cinque anni, tra gli 86 e i 91 anni della Boulanger, vi permetteranno di compiere non soltanto un’appassionante passeggiata tra la migliore cultura del Novecento. Ma di scoprire una donna che fu tanto più grande perché non perse mai di vista la sua umanità, la sua umiltà, il suo rispetto profondo per gli altri.

Nadia Boulanger fu un’insegnante inflessibile e non di meno lasciò che gli allievi sviluppassero il loro talento: approvò e sostenne la musica più innovatrice, anche quando non la comprese. Mise l’ascolto (non soltanto delle note, ma prima di tutto del prossimo) come prima regola di vita. Fu una severissima giudice di se stessa: «la musica che ho scritto è una musica inutile. Non è neanche fatta male, è semplicemente inutile». Chi lo direbbe oggi di sé?

La Boulanger ascoltò musica, qualsiasi musica, sino alla fine. E fu instancabile nello scoprire e nel coltivare talenti, tanto quanto si rifiutò di prestare attenzione a quelli che chiamava “dormienti”, le persone, cioè, senza passioni. La sua è una lezione di vita fondamentale. Poiché era donna, è stata una lezione dimenticata dalla storia, benché nel mondo della musica classica i suoi meriti siano sempre stati riconosciuti. È ora però che entrino nella memoria di tutti.

valeria palumbo

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