Giuseppe Chiara
Acqua alta nei caruggi
Todaro
“I rapinatori non vanno mai in pensione”, potrebbe essere il sottotitolo di questo romanzo.
Una rapina terminata in un bagno di sangue ha posto fine alla carriera di rapinatore di Olmo Vivera.
Uscito dal carcere dopo molti anni, vecchio e malato, Vivera si mette alle dipendenze di Giorgio Premolin, un astro nascente della malavita genovese. Svolge incarichi di poco conto, sino a quando viene accusato del furto di una misteriosa valigia. Presto appare chiaro che la valigia conteneva qualcosa di molto prezioso e che appartiene alla mafia russa.
La polizia vuole arrestarlo e il suo capo, convinto che Olmo gli abbia rubato la merce, gli mette una taglia sulla testa che trasforma i carruggi del centro storico di Genova nel teatro di una spietata caccia all’uomo.
Per riuscire a salvarsi Olmo dovrà chiedere aiuto prima a Mara, una cantante jazz di poca fortuna, poi al suo amico d’infanzia Carlo Laganà, anch’egli vecchio rapinatore.
E proprio insieme a lui, Olmo tenterà il colpo della vita, per dimostrare di essere ancora tra i migliori nel suo campo.
Purtroppo però le cose non sempre sono quello che sembrano…
Giuseppe Chiara – Aver avuto 15 anni nel ’68 l’ha segnato per sempre. Era convinto che l’immaginazione avrebbe conquistato il potere e invece ha vinto la noia. Loredana, la sua compagna, dice che è un Peter Pan grasso e calvo. Ama la famiglia, la birra e i gatti, ma non sempre in questo ordine.