Giusto Mendez, rockstar d’antan, è vittima di un’intera serie di tiri mancini della vita. Scopre infatti, quasi contemporaneamente, di avere un cancro che gli lascia tre mesi di vita giorno più giorno meno, che la figlia adolescente che lui non ha mai voluto è stata rapita da una banda di slavi col vizio del narcotraffico su scala indstriale e che quella strana ragazzina è la sua ragione di vita.
Proprio l’amore riscoperto per sua figlia lo costringe a piegarsi al ricatto di un un nemico implacabile, misterioso, sfuggente. Inizia così, in modo soft nella sonnacchioso Assisi questo noir scritto a sei mani da due magistrati e da un insegnante. Dopo la fuga-rapimento della sedicenne Marta, in vacanza con la madre sulle colline umbre profumate d’incenso, praticamente succede di tutto. Il padre per ritrovarla parte per una strana tournée intorno al mondo mentre la madre non fa che inciampare nei cadaveri.
La ricerca di Marta diventa più pericolosa di minuto in minuto.Mendez si muove fra la mafia cinese e quella colombiana, schiva i colpi di una banda di slavi capeggiata da una specie di Attila e subisce gli attacchi telematici di due hacker che lasciano il computer solo per dedicarsi a strani riti sessuali.
In questo quadro sempre nebuloso, si muovono poliziotti e magistrati, non tutti limpidi e non tutti in gamba.
Scritto a sei mani da due magistrati: Alessandro cannevale e Sergio Sottani e da un insegnante: Massimo Carloni, Questo romando ha soprattutto un pregio: quello di aprire il sipario su un momdo quasi del tutto sconosciuto ai non addetti ai lavori di giustizia. Infatti leggendolo si impara come parte un indagine e che passi (giudiziari) segue; quali paletti costringono le mosse dei magistrati e la polizia giudiziaria (per la richiesta di intercettazioni, di rinvio a giudizio …).
Purtroppo ha un grande difetto: i personaggi che si muovono sulla scena da co-protagonisti sono troppi ed è faticoso seguirne le mosse anche perché alcuni fanno iol doppio gioco e spesso lo stile narrativo non è fluido.
L’epilogo è di quelli che ti lasciano lì a chiederti se per caso non ti sia sfuggito qualcosa. Sorprendente, non banale, sia pure con qualche eccesso, non ti lascia chiudere subito il libro, ma ti rimanda all’incipit e ad alcuni dei passi più ambigui che, visti sotto una nuova luce, acquisteranno un significato del tutto diverso. Proprio come le prove e gli indizi di un caso giudiziario assumomo significati diversi nella valutazione della pubblica accusa e in quella della difesa.
Gli autori:
Alessandro Cannevale è magistrato presso la Procura di Perugia.
Massimo Carloni, nato a Foligno, insegna a Reggio Emilia.
Sergio Sottani è magistrato presso la Procura di Perugia.