I cani del Pasvik – Olivier Truc



Olivier Truc
I cani del Pasvik
Marsilio
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I pastori e le renne sono spettatori al cospetto di sua maestà il paesaggio: si muovono lungo labili confini che sono cambiati nel tempo, così come la Storia e la diplomazia.

Nella Lapponia norvegese, là dove il fiume Pasvik separa Norvegia e Russia, Il pastore Piera Kyro porta le sue renne al pascolo, sognando di poter presto camminare tra i terreni di famiglia proprio come quando di confini non ce n’erano.

Nel quarto romanzo di Truc non ci sono delitti: la polizia delle renne è alle prese con cani randagi e l’immersione antropologica illumina, con estrema nitidezza, un mondo lontano dove affiora la sofferenza dell’etnia Sami, confinata e dispersa in nazioni diverse.

Il sogno stesso di Kyro diventa un desiderio maledetto: un giorno, inspiegabilmente, il suo branco di renne varca il confine spingendosi nel territorio russo e l’intervento di polizia è estremamente necessario per scongiurare un incidente diplomatico.

Chi ha condotto le renne oltre il confine? I cani hanno sbagliato o c’è chi vuole alimentare la tensione?

Troppa gente, senza ideali e senza scrupoli, ruota intorno al passaggio delle renne cercando di modificare regole consolidate e riportando a galla dolori mai sopiti, eventi che hanno diviso le popolazioni privandole dei loro territori, popolazioni abituate a vivere sì in zone estreme, ma senza padroni.

La trama ha una struttura semplice e, leggendola, non ricerchiamo i canoni classici che connotano un’indagine: cerchiamo il grande Nord, la biologia razziale che divide i buoni dai cattivi. 

L’animo umano è scandagliato, in vizi e virtù,  pronto a intenerirsi e a lottare per salvare un cucciolo di renna. 

Marinella Giuni

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