Le indagini del commissario Chiusano
Roma, 31 agosto 1993. Umberto Villani, amministratore delegato e socio di maggioranza della Tiber, fiorente società di servizi turistici con clientela ricercata e programmi avveniristici di gestione di monumenti capitolini , viene trovato morto, in un lago di sangue, al centro della stanza del suo splendido ufficio con vista sulla millenaria mole del Colosseo. Secondo la scientifica e il parere del medico legale, Giovanni Pozzi la vittima prima di essere uccisa doveva sedere alla scrivania per poi, nel tentativo di sfuggire all’ineluttabile, alzarsi i di scatto e provare invano di raggiungere la porta. Ma troppo tardi: la lama affilatissima che gli aveva reciso l’artesia femorale aveva provocato una morte quasi immediata.
Un’indagine che verrà subito affidata alla ormai nostra amica, il commissario Chantal Chiusano, bravo poliziotto ormai da più di due anni trasferita a Roma, dove vive al quinto piano di una palazzo un po’ vecchiotto del Testaccio. Ciò nondimeno anche se Chantal Chiusano, sempre pronta a rimettersi in gioco, è accorsa sulla scena del crimine, vorrebbe sbrigare alla svelta la sua indagine tesa a scoprire in fretta l’identità del colpevole, ma la faccenda fin dall’inizio si presenta complicata. Tanto per cominciare, pur con il vitale appoggio dal suo vice l’ispettore Ettore Ferri, per riuscire a fare luce su quella tragica e variegata vicenda, lei e la sua squadra, scandagliando il presente, i tanti complicati legami del morto e i vari affari in ponte della società, dovranno scavare a fondo e confrontarsi con il complesso mondo del turismo romano: barcamenandosi con diplomazia in un ambiente di lotte sotterranee per aggiudicarsi gli appalti, di ambizioni sfrenate e di professionisti senza scrupoli.
Insomma, il ventaglio di possibili colpevoli si allarga. Sarebbero stati in tanti ad avere un qualche movente per eliminare Villani, personaggio ben noto per i suoi spregiudicati atteggiamenti sia nella vita privata che negli affari. Comportamenti e azioni in grado di procurargli diversi pericolosi nemici. Nessun scrupolo morale o materiale per esempio nei confronti di Ambra Venturi, una delle sue ex amanti, presto con puntati addosso i riflettori con la sua successiva strana scomparsa, e un contorto e masochistico rapporto di reciprochi tradimenti con Esther, la moglie sempre trattata con estrema disinvoltura. Forse stavano già affilando i coltelli anche Teresa Manni, la sua talentuosa socia in affari, e Alfredo e Luca Pardini, in realtà i suoi avversari più agguerriti. Senza dimenticare tutti coloro che si ritengono raggirati con commerci e traffici al limite della truffa. Con così tante possibili piste da battere e il poco tempo a disposizione, per il clamore mediatico scatenato attorno al caso, persino il leggendario intuito del commissario Chiusano potrebbe trovarsi a mala parata.
La storia si complica, si avvita su se stessa mentre i morti aumentano, mettendo la squadra mobile, i media, la questura e l’intera città in fibrillazione:
Bisogna individuare la mano dell’assassino, e soprattutto riuscire a fermare la funerea spirale di sangue.
“Delitti all’imbrunire” è un giallo particolare, con una complessa trama, densa di rimandi e salti di narrazione, che si dipana snodando le sue spire come un serpente per offrire ai lettori sempre nuove sorprese e colpi di scena. Numerosi personaggi si alternano e si incrociano nella storia, offrendo brevi ma spesso intriganti comparsate.
La scintilla iniziale è offerta da un medico, una psicologa che la protagonista, il commissario Chantal Chiusano, conosce e con la quale in passato ha intrecciato uno particolare rapporto di collaborazione professionale.
Lei il commissario Chiusano, la protagonista di Letizia Triches, è forte e fragile allo stesso tempo: un personaggio che dirige le indagini con pugno di ferro in guanto di velluto e si fa strada testarda, nonostante le difficoltà. Una donna, che ha imparato la necessità di vivere e andare avanti. Una donna che ha scelto di vivere a Roma al Testaccio perché nessun posto o quartiere fino ad allora avevano mai dato a lei, ischitana puro sangue ancora costretta a convivere con la pena di un lutto, un vero senso di appartenenza, insomma la capacità di sentirsi come a casa e di nuovo quasi in pace con se stessa. Sarà forse anche per l’amichevole complicità che le lega alla sua dirimpettaia di pianerottolo.
Ha vicino due uomini, Giovanni ed Ettore: il primo è il medico legale, il secondo l’ispettore il collega e fidato braccio destro del commissario. Due importanti realtà nella sua nuova vita…