Quarantena – Petros Markaris



Petros Markaris
Quarantena
La nave di Teseo
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Quarantena – Petros Markaris

Torna con una raccolta di racconti dedicata alla pandemia, Petros Markaris, il grande scrittore, drammaturgo e sceneggiatore di origine armena adottato dalla terra greca. Intitolata coerentemente Quarantena, la nuova fatica letteraria del padre del commissario Charitos, indaga la condizione paradossale e kafkiana che il pianeta ha dovuto affrontare a partire dal febbraio 2020, quando parole come confinamento, lockdown, droplet e, appunto, quarantena hanno iniziato a ricoprire un ruolo centrale nell’esistenza di miliardi di persone.

Nei primi due episodi di Quarantena è proprio il commissario Kostas Charitos, definito dalla critica come “il Montalbano di Atene”, a provare in prima persona lo shock della perenne vita tra le quattro mura domestiche in compagnia dell’amata moglie Adriana, una donna dal carattere di ferro. La nuova quotidianità fatta di lotte per gli spazi condivisi, la pressione prodotta dal bollettino giornaliero sui contagi, l’impossibilità di vedere la fine della nuova peste s’incrociano con l’abituale attività del commissario: la caccia ai criminali. Una realtà stravolta, anch’essa, e incatenata perfino nella perversa pratica dell’omicidio dentro i nuovi confini disegnati dal Covid-19.
Gli altri racconti che compongono Quarantena calano la concretezza pandemica nel contesto di una Grecia straziata dalla recessione economico-finanziaria abbattutasi sulla culla della democrazia dopo i Giochi Olimpici del 2004 – ombra onnipresente nei riferimenti dei personaggi del libro – e in seguito alla terapia al curaro definita come “austerità”. I senzatetto vagano in cerca di rifugio negli spazi decadenti delle case disabitate e dei locali commerciali sfitti, la borghesia più comune si ritrova a frugare tra i rifiuti per recuperare qualcosa con cui andare avanti e superare la nuova crisi generata dal virus. 
Con una generosa dose di sarcasmo e un’amara ironia, Markaris si assume la responsabilità di raccontare il trauma degli ultimi diciotto mesi, una sorta di guerra senza bombe ma devastante psicologicamente. Da grande narratore l’ateniese di origine armena lascia però un lume acceso in fondo al tunnel, porta il lettore tra le bellezze della terra ellenica, lungo i viali e i vicoli della capitale devota a San Dionigi, nei ristoranti dove le ricette culinarie turche e greche si mescolano come i millenni, al cospetto della pace nelle isole che coronano il Mare di Marmara. Perché a ogni orrore, per quanto enorme, esiste una fine.

Thomas Melis

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