Un’avventura molto noir sulla metropolitana rossa
di Gian Paolo Serino
Un giallo corre ad alta tensione su una linea rossa. E’ quella della metropolitana milanese che in Blue Tango, firmato dal milanese Paolo Roversi, diventa il filo conduttore di un romanzo che non è soltanto un noir, ma la metafora di una città tentacolare, dai mille volti, dai mille misteri. Almeno sulla carta. Roversi riesce ad inserirsi tra quegli autori capaci di andare oltre i recinti della letteratura di genere. Come Scerbanenco, Biondillo, Colaprico, Dazieri e Montanari anche i protagonisti di Roversi segnano la temperatura di una città stretta dalla morsa dell’indifferenza e dal fascino della cronaca nera. Protagonista di Blue Tango sono un giovane giornalista “free lance” e un ispettore alla Marlowe che si trovano legati in una doppia inchiesta su serial killer di prostitute, su un misterioso suicidio-omicidio: il tutto all’ombra di trame terroristiche e di un traffico internazionale di droga. Ad unire le indagini, come si scoprirà nelle ultime pagine, proprio il “filo rosso” della Linea 1.
Al di là dei molti luoghi comuni, su tutti l’influenza di Bukowski di cui Roversi è da anni ammiratore e studioso, Blue Tango è comunque un romanzo che vale. Soprattutto perché, tra morti e cadaveri, riesce a tenere “viva” l’attenzione del lettore. Il che è davvero raro in tempi come i nostri dove ormai ci sono più giallisti che detenuti, più investigatori privati che omicidi.
(da La Repubblica, 15 febbraio 2006)