Boccadoro e il cappotto rosso. Genova 1939



Armando D'Amaro
Boccadoro e il cappotto rosso. Genova 1939
Frilli
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“Per il vecchio obeso lo spettacolo è cambiato: seduto, come al solito, davanti alla finestra, ora osserva un dramma dove i personaggi, confusi e disperati, si muovono in uno scenario spettrale”.
Ancora una indagine di difficile portata per il commissario Boccadoro, il meraviglioso personaggio creato da Armando D’Amaro nel precedete noir Nero Dominante, e che ora torna in una nuova avventura poliziesca nella Genova del 1939.
In pieno regime mussoliniano i “regi decreti razziali” stanno sconvolgendo le abitudini e gli usi di una città che dopo qualche tempo sarebbe diventato medaglia d’oro alla Resistenza e per questo sempre restia a rispondere con solerzia alle leggi fasciste. Tra gli insofferenti alla lunga mano del potere dominante c’è anche Francesco Boccadoro, caparbio e intelligente quanto basta per superare gli ostacoli e i diktat che vengono dall’alto.
Così quando viene ritrovato il cadavere di una donna sotto il ponte di Sant’Agata dove il torrente Bisagno è gonfio e pericoloso per le piogge e il Questore vuole sviare le indagini per far incolpare un dissidente locale al posto del sospettato amico dei gerarchi e dei potenti, Boccadoro mette in atto tutte le sue antiche conoscenze e decide di andare spedito per la sua strada.
Le indagini diventano serrate, il clima in città minaccioso e soffocante e il torrente intanto esonda.
Tra metafore letterarie e squarci di vita familiare che ricordano Italo Svevo, Armando D’amaro coglie ancora una volta alla perfezione l’humus della società italiana del Ventennio e dà vita a un noir dove tutti i personaggi sembrano fluttuare in una realtà anestetizzata e soffusa dalla quale venire fuori costa impegno e sacrificio.
Boccadoro e il cappotto rosso è una storia realistica e insieme affascinante dove il lettore si perde tra le descrizioni ambientali, i dettagli narrativi e i riferimenti storici dell’epoca per uscirne con quella delizia che solo un romanzo pensato bene può lasciare.
Infine, c’è la scrittura di D’Amaro: colta, ricercata, sofisticata e coinvolgente che rende la lettura dei suoi lavori sempre una esperienza indimenticabile.

Antonia del Sambro

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