Agatha Christie, G.D.H e M.I. Cole, Arthur Conan Doyle, Freeman Wills Crofts, Thomas W. Hanshew, Edward D. Koch, Harry Kemelman, Frank King, Emmuska Orczy, John Oxenham, Eden Phillpotts, Paul Tabori, Victor L. Whitechurch
Delitti in treno
polillo
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Tredici racconti di quando il giallo era letteratura popolare. Con nomi da paura. Da Agatha Christie a Sir Arthur Conan Doyle, da Paul Tabori alla baronessa Emmuska “Primula Rossa” Orczy, passando per Eden Phillpotts (niente meno che lo scopritore di nonna Agatha). Enigmi e misteri che incuriosiscono e ci picchiano in testa più che per il fatto di essere commessi, per quello di essere stati architettati.
Il nuovo colpo lo firma Marco Polillo con l’uscita n. 91 della collana I bassotti (nota di servizio: anche se i malati della serie iniziano a rumoreggiare per la persistente assenza del n. 72). Tredici autori firmano Delitti in treno, volume che, nella personale top 5 gialla 2010 di chi scrive, fa bella mostra di sé.
Benvenuti nel regno dell’intreccio puro. Quello che mette in circolo le celluline del lettore, che si trova a dover ragionare su tattica, strategia e creatività criminale. Ci troviamo sempre e comunque nel luogo fisico forse per antonomasia del giallo: la carrozza di un treno (con l’eccezione in una storia: la metropolitana). Destinazione: una località inglese o americana. E nel mezzo di un viaggio placido, comodo, che concilia la lettura di un giornale o di un libro o che protegge col suo rumore sempre uguale a se stesso il sonno dei suoi passeggeri ecco un urlo improvviso. C’è un cadavere in quello scompartimento. Nessuno ha visto niente. Ancor meno hanno sentito qualcosa.
E, più ancora che identificare il nome dell’assassino, qui la domanda che si pone è: ma come è potuto succedere? Com’è stato umanamente possibile che in un luogo fisico finito, chiuso, ben controllato, affollato sia accaduto che un tizio ne abbia ammazzato un altro? La regola è sempre quella che, tradizionalmente, la storia del giallo ci offre da quando aveva i denti da latte. Basta unire due grandi piani: quello della logica e quello della creatività. L’epilogo può anche risultare più elementare delle nostre aspettative. Ma non fa una piega. Il nodo è stato fatto alla perfezione. Se trovate come scioglierlo darete anche un volto e un nome al responsabile. Facile a dirsi, geniale a farsi. Long live to I bassotti.