Diablo



F.G. Haghenbeck
Diablo
NewtonCpmpton
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Diablo .Poveri, poveri Diavoli.
Ne ho sentite dire molte sulle schiere infernali e le molteplici capacità di tentare o pervertire l’uomo ma, se devo essere sincero, l’unica affermazione che sento di condividere senza nessuna eccezione è quella scritta da Karl Kraus: Il Diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini.
Nato Angelo e ribelle per passione avrebbe molto da insegnare ai fratelli minori però, se ci pensiamo bene, siamo scesi l’altro ieri dall’albero ma è bastato cacciarci dal giardino e lasciarci giocare da soli in cortile che abbiamo inventato la bomba atomica, un petardo in grado di spedirci tutti nell’aldilà e fare della Terra qualcosa di peggiore all’Inferno.
Insomma, senza diavolerie varie ma con un talento smisurato, l’ultimo arrivato è già pronto per salire in  cattedra e insegnare a tutti gli altri cos’è il Male.
MilanoNera abbandona le terre del noir per spingersi verso una lettura più demonologica per recensire il romanzo Diablo scritto da F.G. Haghenbeck, edito in Italia da Newton Compton e da cui verrà tratta una serie televisiva trasmessa da Netflix.
Questa la sinossi ufficiale: “Dopo la morte del fratello posseduto da un demone, Elvis Infante è diventato un diablero e si guadagna da vivere dando la caccia a ogni sorta di creatura ultraterrena, per poi venderla al mercato nero. Ma la sua ultima missione sembra diversa da tutte le altre. Nella squallida periferia di Los Angeles si troverà ad affrontare un gigolò travestito da prete, la mafia internazionale, veterani di guerra degli Stati Uniti e una spietata assassina. Elvis scoprirà che il gioco in cui si è andato a cacciare è molto più grande di lui e ci sono fili che dirigono i suoi movimenti senza che se ne accorga.”
Se conoscete a memoria le opere di Garth Ennis e impazzite per i film di Quentin Tarantino e Guy Ritchie, allora è il titolo che fa al caso vostro. Come avrete capito nuotiamo nelle acque mistiche di una spiritualità cinica e umana, molto umana. La storia non si svolge tranquilla sui binari della linearità cronologica ma trascina chi legge in diversi periodi temporali per tessere una trama in cui tutti i farabutti trovano il posto giusto in una narrazione molto ampia. In merito allo stile, ha la verve del pulp, scorre senza troppe formalità come nei migliori hard boiled e offre lo spunto per riflettere sui massimi sistemi e i disegni divini ma senza farsi travolgere dai noiosi sillogismi cristiani.

Mirko Giacchetti

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