Com’è giusto che sia



Marina Di Guardo
Com’è giusto che sia
Mondadori
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L’ultima fatica di Marina Di Guardo è un romanzo ad alta tensione che tratta di un tema molto importante: la violenza sulle donne. Com’è giusto che sia. Dalia è la protagonista, una ragazza ventiduenne che studia Medicina e che si impegna nel sociale in un Centro Antiviolenza. Ha un passato difficile che le ha segnato il carattere, un rapporto quasi inesistente con la madre (vittima pure lei di stupro), una padre che non ha mai conosciuto e una maestra elementare che è la sua unica ancora di salvezza.
Anche a quest’ultima però Dalia nasconde i suoi segreti più intimi. Uno di questi è la sua trasformazione in vendicatrice. Sì perché la protagonista di questo romanzo si macchia di delitti efferati dove le sue vittime sono uomini che hanno usato violenza sulle donne. E’ una sorta di legge del contrappasso: tu hai fatto del male e io ti uccido. Il tutto avviene in una Milano descritta con crudezza e ferocia dove il senso di solitudine è reso ben evidente dall’autrice “…La primavera artificiale del prêt-à-porter. Promesse di seduzione e di felicità da acquistare strisciando carte di credito. Ovunque, passeggio di donne abbigliate come a una sfilata, lo sguardo febbrile sull’ultimo modello in vetrina. Una commessa, sull’uscio di una boutique, fumava una sigaretta, il piglio sprezzante e il bilocale diviso con le amiche in periferia, moderna serva della gleba travestita da signora bene…”.
E poi c’è Alessandro, un ragazzo diverso dagli altri, che la corteggia con i suoi modi gentili e che la porta sui colli piacentini o sulle Dolomiti, dove Dalia è stata da piccola e sogna di ritornare. E’ una luce, un raggio di sole che squarcia il freddo che attanaglia il cuore e il fisico della ragazza. Con Alessandro inizierà una relazione che vedrà entrambi cadere innamorati, nonostante tutto e tutti, e che li farà scappare in Francia per fuggire dalla Polizia che nel frattempo ha trovato la pista, la scia di sangue che lega Dalia alle sue vittime.
Un romanzo giallo di ottima fattura e un epilogo finale che vede le maschere gettate al vento e i ruoli che si ridefiniscono e si invertono. Una bella prova di Marina di Guardo, com’è giusto che sia.

Marco Zanoni

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