Il figlio sbagliato – Camilla Läckberg



Camilla Läckberg
Il figlio sbagliato
Marsilio
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Negli ultimi anni abbiamo letto diverse storie della svedese Camilla Läckberg, per esempio quelle scritte a quattro mani col mentalista Henrik Fexeus. È però con la serie ambientata a Fjällbacka, un paese sulla costa ovest della Svezia dove ha vissuto anche Ingrid Bergman, che l’abbiamo amata di più. Qui si dipanano le avventure della coppia Erica Falck e Patrik Hedström, eccellente scrittrice lei, capo della polizia lui, perché in pratica gli spettano tutte le decisioni. Nel tempo, abbiamo visto questa coppia innamorarsi e poi mettere su famiglia, evolvere di volta in volta, imparando a conoscere e apprezzare i personaggi fissi, quali i tre figli, la sorella, la suocera e i nipotini annessi. 

I membri della squadra di Patrick, inoltre,  sono soggetti che brillano di luce propria, con all’attivo determinate dinamiche familiari, in grado da soli di tenere alta l’attenzione. 

Sembra impossibile, un po’ com’era per la Cabot Cove di Jessica Fletcher, ma più un paese è piccolo e più omicidi avvengono. E infatti, negli ormai undici episodi della serie di Fjällbacka, di morti violente ce ne sono state tante, in abbinamento a una grande quantità di menti malate che hanno saputo nascondersi nella popolazione, senza destare sospetti, vivendo in pace la loro più completa quotidianità. 

È questo il valore aggiunto dei romanzi della Läckberg: i personaggi non sono supereroi, ma persone normali. Alle prese con gravidanze, pannolini, notti insonni, che non si possono assentare senza prima avere trovato un baby sitter per badare ai figli. È gente che al primo posto mette sempre la famiglia, discutendo al tavolo della cucina, mentre nel forno c’è un brasato per cena. O che progetta di ristrutturare casa, ma non ha mai né i soldi né il tempo. Come diceva Raymond Carver a proposito dei personaggi dei suoi racconti, sono persone comuni a cui d’un tratto accade qualcosa di straordinario. Che mentre si trascinano tra il tinello e la cucina, aggiungiamo, guardano le foto di un omicidio appena commesso nella loro città.

Il figlio sbagliato (Marsilio, maggio 2023), con traduzione di Laura Cangemi, non si smentisce. Com’è stato per gli altri episodi, si rivela ricco di personaggi. Con un intreccio che vede l’unione di due trame, aventi piani temporali diversi. Un passato e un presente che si intersecano. 

Mentre ai giorni nostri, a Fjällbacka, Erica e Patrick sono alle prese coi festeggiamenti per le nozze d’oro di uno scrittore candidato al premio Nobel per la letteratura e la moglie importante editrice, qualcuno uccide un fotografo amico dell’attempata coppia, mentre sta allestendo la sua mostra personale in una galleria d’arte. Ben presto, queste vicende si legheranno a una storia triste che Erica ha scelto come soggetto per il suo prossimo libro, ovvero la morte nel 1980 di Lola, una transessuale, uccisa nel suo appartamento con la figlioletta di sei anni. 

La scia di sangue non è ancora finita, in quello che forse si rivela il romanzo più crudo della Läckberg, perché è chiaro che qualcuno trami vendetta mietendo vittime a profusione. Ma chi?

La compagnia di amici che all’epoca frequentava Lola, adesso è sempre presente a Fjällbacka, seppure invecchiati, tanto più che si evidenziano  traffici loschi che per anni hanno ruotato attorno a un club culturale esclusivo di Stoccolma, aperto a un ristretto numero di prescelti, il Blanche. 

Insomma, tanta carne al fuoco per un thriller adrenalinico, dove il ritmo dettato dal succedersi degli eventi è davvero frenetico. Ciascuno degli agenti di polizia coinvolti nell’indagine, Patrick compreso, apporterà un contributo per la soluzione del mistero, però come al solito sarà Erica ad avere un ruolo determinante.

Sebbene da subito non sia difficile intuire l’identità del colpevole, in questo romanzo niente è come sembra. I colpi di scena sono riservati per il finale, che si rivela davvero esplosivo. 

Cristina Biolcati

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