Fate il vostro gioco



Antonio Manzini
Fate il vostro gioco
Sellerio
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Fate il vostro gioco inizia con la malinconia di un luogo che dovrebbe appartenere al presente e non solo alla memoria, ma che purtroppo è cambiato. Con il rimpianto di un tempo che è stato e che non può tornare. La vita scorre, colpisce, affonda, ti cambia e non puoi farci nulla. I ricordi devono diventare veramente tali e non essere scuse o ancore cui aggrapparsi per non andare avanti. Perché puoi fare resistenza, cercare di opporti in tutti i modi, ma sei destinato comunque a perdere. Sempre.
Rocco sta prendendo coscienza dell’ineluttabilità destino o forse, nonostante tutto, lo ha sempre saputo.
È un’anima divisa: a Roma ha lasciato ricordi, giovinezza, amici e anche un conto in sospeso, ma ad Aosta si è costruito nuovi rapporti, la sua storia è lì ormai. Affronta  la vita a viso scoperto, senza maschere, senza filtri, non si nasconde. È duro, cinico e burbero. Scostante e aggressivo, apparentemente menefreghista, una specie di “sticazzi” ambulante, ma ha una corazza facilmente penetrabile e allora ecco che sotto appare un uomo sensibile e attento, sempre pronto a aiutare le persone a cui tiene.
L’omicidio di un pensionato, ex ispettore di gioco del Casino di Saint Vincent , è il caso su cui Schiavone a la sua squadra devono indagare. Una morte che parrebbe nascondere molto altro e i sospetti arrivano a minacciare qualcuno a cui tiene molto. Inevitabile, pertanto, che per Rocco il caso diventi ancora una volta personale.
Manzini sta creando un mondo nuovo accanto a Schiavone. Piano piano ha smontato “la casa” costruita nei primi romanzi per riarredarla in modo diverso. Marina sta scomparendo, ma un nuovo “fantasma” sta prendendo il suo posto. Un fantasma di amore e rabbia, di desiderio e delusione.
Gli amici di un tempo, quelli dell’infanzia romana, non si dimenticano e sono sempre presenti, ma accanto a loro sono entrati in gioco nuovi personaggi che piano piano stanno aprendo una breccia nella sua vita e nel suo cuore. Su tutti Gabriele, il ragazzino vicino di casa, con il quale Rocco ha instaurato, pur non volendo o meglio, non rendendosi del tutto conto di desiderarlo, un rapporto padre-figlio, fatto di affetto e burbera vicinanza. Di rimbrotti, lavate di capo e di costante presenza, di sostegno.
E poi c’è la squadra di Schiavone costruita pescando personaggi da varie regioni d’Italia, i cui dialetti contribuiscono a crearne la personalità: su tutti sempre in evidenza “ o in evidenziatore” i due giullari Deruta e D’Intino. Italo, che in questo libro esce dai guai grazie all’intervento sempre poco convenzionale di Rocco. Michela l’analista della scena del crimine e torica dei complotti e il toscanissimo e toscanaccio Alberto Fumagalli, l’unico con cui Schiavone ha un rapporto alla pari in quanto a cinismo e ironia.
E l’amore? Schiavone è deluso e ferito. Ci aveva creduto, ma è stato fregato e adesso usa le donne e si fa usare, ma non mente, lo dichiara, gioca ancora una volta a carte scoperte. il bluff non gli appartiene. Non nei sentimenti, almeno.
Però un amore c’è e per ben quattro volte Rocco chiama qualcuno “ amore” in Fate il vostro gioco. Si rivolge a un essere sincero, portatore sano e “peloso” di un affetto infinito, immutabile e disinteressato. Qualcuno che gli somiglia, perché come lui ha conosciuto la solitudine e l’abbandono: Lupa, la sua cagnolina.
Manzini ha confezionato e regalato un altro pezzo di vita di un personaggio che amiamo nelle sue contraddizioni, Fate il vostro gioco è un romanzo malinconico e nostalgico in cui però si vede un orizzonte diverso, nuovo e in cui, come sempre, si sorride molto, perché i decaloghi di Schiavone, le sue regole, le sue battute, i suoi “scazzi” sono imperdibili.
Non ho detto quasi nulla della trama? E beh, d’altronde…

Cristina Aicardi

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