Genitori cercasi – Andrea Vitali



Andrea Vitali
Genitori cercasi
Einaudi
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Nel suo ultimo romanzo Genitori cercasi (Einaudi, maggio 2023), Andrea Vitali affronta il delicato tema di essere genitori, ma dalla parte di un figlio abbandonato a se stesso, talmente trascurato dall’avere vissuto una sorta di evoluzione fisica, sino a diventare invisibile. 

Una tragicommedia dal retrogusto amaro, surreale al punto da scatenare ilarità, eppure così crudele nella sua disamina, da fare riflettere su uno spaccato della nostra società. Una trama grottesca che sfocia nel dramma tenuto occultato, perché nessuno sa mai cosa avvenga nelle case altrui. Così come questi genitori mentono l’uno all’altra, inventando espedienti pur di non doversi occupare del figlio, viene da pensare che di figli rinnegati sia pieno il mondo. 

Mio padre e mia madre sono due pitocchi. Stanno agli angoli delle strade con la mano tesa, a volte un cappello messo a terra e girato verso l’alto. Campano così da anni, ormai. Sono sempre più brutti, sporchi, arrabbiati. Hanno lo sguardo di cani bastonati. Anche l’odore.”

La storia è raccontata in prima persona da Velarus, che se ne sta per tutto il tempo a descrivere come i suoi genitori si siano ridotti alla stregua di due senzatetto. Lui appare impietoso, mentre invece il disfacimento era iniziato prima, allorché la vita coniugale e la nascita di un figlio non erano mai cominciati. Era tutta una farsa, per tenere l’apparenza. La conseguenza della superficialità degli adulti si è abbattuta inesorabilmente sul ragazzino, stante la difficoltà di noi lettori a provare empatia. È tutto talmente assurdo che si ascolta in silenzio, quasi sorridendo per l’assoluta mancanza generale di buonsenso. Di genitori snaturati, che pensano solo per sé, ce ne sono parecchi, però non si può ignorare una cruda realtà. Ovvero che chi non riceve amore, difficilmente poi riesce a darne. L’amore si moltiplica, l’odio divide, mentre l’indifferenza… beh, quella crea solamente altra indifferenza. Degli esseri sterili.

I genitori di Velarius, dicevo, che lui non nomina mai col nome di battesimo, sono un uomo e una donna d’affari, sempre in viaggio e attaccati al telefono, alla continua ricerca di occasioni per guadagnare denaro. I soldi per loro non sono un problema, ci tengono a dirlo. Lo è invece il tempo. Tanto da mettere in mezzo un taxista, Radiotaxi Banana 99, che avrà il compito di aiutarli a contrarre matrimonio. Anche il concepimento di un figlio si deve fare velocemente, e il piccolo deve nascere settimino. Perché è la società che impone di diventare genitori, lo si deve fare e basta.

Le cure del neonato vengono affidate a gente di passaggio: una baby sitter distratta, un maestro che non fa altro che dormire, lo stesso taxista avido e la moglie infermiera. 

Il risultato è che Velarius cresce sempre solo. Non vede i genitori, neanche una volta, fino a quando non diventa invisibile. Ma allora loro coglieranno anche in questa sventura l’opportunità di fare un affare. Senza contare che il pressapochismo, associato a una grande quantità di denaro, porta le persone coinvolte a volersene approfittare. Non ci si può fidare di nessuno: son tutti ladri.

Con questo racconto Andrea Vitali ci invita a sospendere il giudizio e a stare alla finestra, limitandoci a guardare l’andamento di certe cose. Ovviamente dobbiamo accettare sin dall’inizio che sia una storia fantastica, perché solo così ne potremo trarre delle riflessioni.

Una denuncia sociale, del nostro vivere frenetico e consumistico. Dove siamo talmente impegnati a lavorare che nemmeno ci accorgiamo dei figli. Siamo estranei a loro e loro a noi, fino a quando non è troppo tardi e impossibile rimediare.

Al di là di questo, buona parte gioca anche la consapevolezza. Alcune persone sono talmente egoiste che nemmeno hanno coscienza che si possa cambiare. Non tutti, insomma, dovrebbero diventare genitori. E dopo avere riso delle assurdità e avere fruito della storia spassosa, rimane un grande vuoto. Un macigno, se pensiamo a quanti bambini invisibili ci siano in giro. 

Ma siccome sono invisibili, nessuno lo saprà mai.

Cristina Biolcati

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