La malsana idea di ideare poi organizzare questa Rassegna, che ormai, esplodendoci dalle mani, si è trasformata a tutti gli effetti in un Festival, è nata a noi, membri del direttivo del Gruppo del Tasso di Ferrara (al secolo Alberto Amorelli presidente, Matteo Bianchi vicepresidente, Matteo Pazzi e Riccardo Corazza consiglieri) rispondendo ad una sollecitazione del responsabile delle Attività Culturali della Biblioteca Ariostea di Ferrara (che, lo diciamo per chi non fosse della zona, oltre a contenere le ceneri di quel superbo poeta e letterato che fu Ludovico Ariosto, per noi è come un monumento nazionale), Fausto Natali. Una volta accettata l’idea ci siamo accorti che la stessa poteva essere l’opportunità di realizzare qualcosa di diverso dalle solite iniziative che organizziamo, l’occasione di uscire dai confini delle nostre mura, da sempre ‘croce e delizia’ di città come la nostra, magari di grande rinomanza a livello turistico ma con il ‘peccato originale’ del provincialismo. Così, per motivazioni legate a vita personale e professionale, io e Matteo Bianchi ci siamo trovati, come novelli direttori artistici, a strutturare un’iniziativa che andasse oltre i nostri limiti personali. Io utilizzando contatti con scrittori, giornalisti e amici di una vita, Matteo riuscendo a coinvolgere il Comune di Ferrara, Assessorato alla Cultura, che è diventato di fatto il nostro committente, e innumerevoli istituzioni sul territorio, oltre ad utilizzare  un già solido, nonostante l’età , radicamento sul territorio a livello pubblicistico. Poi sono arrivate, come una manna dal cielo, le nostre due ‘officiatrici’ stampa (il neologismo è d’obbligo), le giovanissime Silvia Franzoni e Irene Lodi, che insieme al designer e ingegnere Ciro Patricelli sono diventati parte attiva del processo creativo, tramutando il ‘board’ della Rassegna #GialloFerrara in una vera e propria ‘factory’, tanto che dalle nostre penne e dalle nostre menti sono usciti, nell’ordine: lettere provocatorie alla FIFA e alla FIGC, flash mob, concerti, installazioni, eventi a sorpresa, misteri sospesi, cene a tema #Giallo, una bici a marchio (del resto Ferrara è la città ‘per’ i ciclisti) e un bizzarro racconto illustrato che ha noi 5, oltre a personaggi conosciuti dell’intellighenzia cittadina, i nostri sponsor (citiamo in particolare la Caricento, che è main sponsor, Insieme all’appoggio patrocinante de La Nuova Ferrara) e alcuni sostenitori, come protagonisti. Per dire, o per fare capire che anche l’occasione di organizzare una Rassegna può essere un momento in cui la creatività si muove alla ricerca di nuovi strumenti, che non solo solo di marketing. Per questo non abbiamo altre aspirazioni se non di migliorare, e migliorarci, sempre.
Promotore è il Gruppo del Tasso, organizzatore di numerosi incontri e eventi che non riguardano solo i libri. Ci vuoi parlare di questa bella realtà culturale?
Il Gruppo del Tasso è un’associazione culturale poliedrica attiva fin dal 2009 nella promozione culturale a 360°. E quando dico 360° intendo in senso letterale, dato che nelle sue diverse incarnazioni (in particolare con la ‘costola’ della Compagnia del Libro, che si occupa soprattutto di quelle che noi chiamiamo ‘attività istituzionali’) abbiamo organizzato un po’ di tutto, rassegne di poesia, presentazioni di libri, in libreria, biblioteche centri multifunzionali, piccoli spettacoli di rievocazione, festival, programmi e rubriche di divulgazione, via radio, tv, carta stampata. Il gruppo comprende una quarantina di soci, tutti solidi appassionati di libri e lettura, con competenze molto variegate e interessi onnivori. Io la chiamo spesso ‘centrifuga’, perché è come se le idee, una volta immesse nel nostro direttivo allargato, si amalgamassero e spandessero in ogni direzione. Devo dire, è uno dei piaceri più grandi della nostra maniera di fare ‘volontariato’, che però, lo devo ribadire, è molto ambiziosa, data la cura con cui licenziamo ogni format che ci viene commissionato o che ideiamo. Una maniera anche per dare la stura alla linfa creativa di questa città , che, devo essere sincero, è comunque pulsante.
Quali difficoltà comporta l’organizzazione di un festival come “Gialloferrara”?
Prevedete già una seconda edizione?