I segreti dell’amante del papa – Alex Connor



Alex Connor
I segreti dell’amante del papa
, Newton Compton
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Intrigante coinvolgente., questo primo capitolo della serie I segreti dell’amante del papa esplora e dilata il mondo tetro, brutale e corrotto della nobiltà e della Chiesa medievale, negli anni all’inizio alla metà del X secolo, nel periodo che oggi è definito Secolo Oscuro e, per tanti buoni  motivi,  aprendo il sipario su antichi orizzonti storici meno conosciuti.
Un controverso momento storico in cui il papato, e con esso tutta Roma,  fu alla mercé dei conti di Tuscolo, la potente famiglia dei Tuscolani,  governata soprattutto dalle sue donne, e che resse il potere con grande egoismo e depravazione.
Fu quella l’epoca a detta di storici come Liutprando, vescovo di Cremona, della “Pornocrazia” capitolina in cui anche i papi divennero mero strumento della grande famiglia, ovverosia delle “meretrici” Teodora e Marozia rispettivamente  moglie e figlia di Teofilatto, conte di Tuscolo.  Due figure femminili spesso erroneamente sovrapposte, ma di grande spessore. La “pornocrazia” di Marozia (e di sua madre, che pur nell’ombra resse fino alla morte  le fila di tutte le operazioni) fu probabilmente il momento in cui il papato toccò il punto più basso nella storia della Chiesa Cattolica, sprofondata nel caos e ridotta moralmente a un cumulo di macerie fumanti.
(Il vocabolo “pornocrazia” è un termine coniato in Francia, a significare una conduzione politica e amministrativa dello Stato contraddistinta dal notevole ascendente delle prostitute su coloro che detengono il potere).
Agli albori del X secolo (903) Roma era praticamente distrutta dopo il vendicativo sacco di Alarico nel 410 e aveva subito impotente le successive ripetute spoliazioni causate dalle invasioni provocate dagli stati confinanti.  Delle marmoree e splendenti statue dei Cesari, un tempo esibite pubblicamente  nei fori, non era rimasta traccia. Gli oggetti di valore che non erano stati derubati dagli occupanti nemici, erano stati  asportati  dai patrizi  prima di abbandonare la città in rovina. L’alleanza dei pontefici con i Franchi,  l’ascesa al potere di Carlomagno e la sua successiva incoronazione, avevano concesso per un breve  periodo un appoggio e uno scudo al papato, ma, in seguito con  la disgraziata  dispersione successoria dell’eredità carolingia, l’appoggio dell’impero pareva, sempre di più, lontano dall’Urbe.  
Roma  era ridotta in macerie: le  sue piazze si erano trasformate in stalle per  il bestiame, ridotte a meri  luoghi di trattative e scambio per mercanti e venditori di schiavi.
Le prigioni straripavano di prigionieri di guerra e le torture, spesso praticate ferocemente in pubblico, erano sempre brutali. La popolazione superstite,  sopravviveva in qualche modo  senza mezzi  né  alcun sostegno a disposizione garantito del papato per ricostruire, con gli edifici crollati ormai  trasformati in rovine e spesso in trappole pericolose.
I poveri,  ridotti quasi alla stregua dianimali selvatici, campavano a stento con i pochi prodotti  ricavati dagli orti, soffrendo la fame, riparandosi tra le rovine di quella sconfinata devastazione, spesso  indifesi, preda di morbi letali  e sempre terrorizzati dai pochi corrotti che si alternavano al potere. In appena nove anni  di complotti e attentati, ben otto papi si alternarono sempre senza  sufficiente sostegno, potere  o volontà di regnare .
Tuscolo, feudo incorrotto del Lazio per la sua posizione defilata e la sua formidabile fortezza, aveva sempre superato indenne le ripetute invasioni barbariche. Agli inizi del X secolo era  governata dalla  famiglia Tuscolani, destinata a signoreggiare sulla cittadina per oltre un secolo,  nella persona  dal conte Teofilatto I ,che era sempre  riuscito abilmente a barcamenarsi  con un esercito ben organizzato e  un  calibrato gioco di alleanze che gli garantiva immunità.
Ma la sua ambizione guardava più  lontano e mirava ad altro.  Con Teodora,  sua moglie e madre dei suoi figli , lucida e decisa  rappresentante di un’antica famiglia patrizia della capitale, aveva deciso di appoggiare il ritorno a Roma  di Papa Sergio III, livoroso, dispotico, temuto e odiato da tutti per  la sua nuova ascesa al soglio pontificale, da dove era stato cacciato anni prima. Sergio infatti,  come loro cugino, poteva e doveva diventare un perfetto alleato.  Ma fu davvero così ? Sergio III  fu una pedina, una marionetta e il loro spietato complice ?
Personaggio crudele, con una vita  densa di macabre ombre,  Sergio III aveva conquistato una prima volta il trono papale, per poi perderlo  e riconquistato di nuovo,  facendo fuori  due pontefici, il che dimostrava una tempra non comune,  in grado di affrontare e superare  ogni tempesta . Dal momento in cui  fu  di nuovo  papa si rivelò un tiranno sanguinario. Chi osava  sfidarlo fu imprigionato o ucciso,  ma altrettanto  pare stato si stato più che ben disposto a  lasciarsi  sedurre dalla  bella, intrigante e irresistibile  Marozia, figlia di Teofilatto e Todora e, come conseguenza,  a legarsi sempre più strettamente alla famiglia Tuscolani.
Teofilatto infatti, ormai capostipite di una fiera dinastia destinata a reggere le redini della capitale per oltre un secolo alla testa,  dopo il suo ingresso a Roma da vincitore alla testa di un esercito  ben addestrato che poteva contare su uomini  fedelissimi  solo a lui, appoggiando la rielezione e poi l’ascesa di Sergio III,  fu eletto senatore, “vestararius”. Mentre sua moglie Teodora, di antica famiglia patrizia romana (con si sussurra persino un possibile legame con la leggendaria papessa Giovanna) nominata anche lei  “serenissima vestaratrix”,  e  la  loro figlia Marozia, nata presumibilmente nel  892, grazie a un articolato gioco di  astuzie, corruzioni, inganni e congiure,  s’imposero con forza  in Laterano  arrivando a  dominare e  manovrare  le fila della curia papale.  Marozia, addirittura , intelligentissima, affascinante e cinica, diventata a soli quindici anni la concubina di papa Sergio III,  sicuramente con il beneplacito  dei genitori, concepì addirittura un figlio con lui.  Una relazione non certo clandestina. Anzi, Marozia viveva tranquillamente  in Laterano, servita e riverita come una vera “papessa.”  
Anche  se è probabile che, con l’avanzare del tempo, papa Sergio possa  aver cominciato a riconoscere i molti, forse troppi vizi dell’amante adolescente. E pare che, quando Marozia rimase incinta, abbia  persino cominciato ad avere un po’ paura di lei… 

Patrizia Debicke

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