Dal 3 al 14 dicembre 1926 Agatha Christie, dopo aver litigato con il marito, il colonnello Archibald Christie che le aveva chiesto il divorzio per sposare la sua amante, scomparve per undici giorni e fu infine ritrovata allo Swan Hydropathic Hotel della stazione termale di Harrogate nello Yorkshire registrata con il cognome dell’amante del marito.
All’epoca la Christie, pur avendo già scritto alcuni romanzi e avendo già creato il personaggio di Hercule Poirot, non era ancora molto famosa, tuttavia ingenti mezzi furono messi in campo per ritrovarla e sir Arthur Conan Doyle ingaggiò addirittura un medium per scovare le sue tracce. Quando fu ritrovata non diede alcuna spiegazione ripetendo, a chi le chiedeva come mai fosse finita lì, la frase: “Non mi ricordo.”
Molti pensarono si trattasse di una trovata pubblicitaria, infatti la notizia della sua sparizione fu pubblicata sui maggiori giornali inglesi e americani, ma in realtà la sua sparizione rimase un mistero anche se, tirando in ballo il rasoio di Occam come fa la protagonista de Il caso Agatha Christie, forse la spiegazione più semplice di un problema è quella giusta, e la Christie, furiosa con il marito, era uscita di casa senza una meta precisa e si era ritrovata a Harrogate.
Molti romanzi e saggi sono stati scritti a proposito degli undici giorni della sparizione di Agatha Christie, ma il romanzo di Nina De Gramont è notevole per la sua originalità. La voce narrante è quella dell’amante del marito, qui l’irlandese Nan O’Dea, che narra in prima persona in primo luogo la propria vicenda che è legata a doppio filo a quella della famosa scrittrice.
Nina De Gramont, che vive in North Carolina con il marito scrittore e insegna scrittura creativa alla University of North Carolina, conosce bene le regole e anche i trucchi della narrazione e confeziona un lavoro altamente godibile in cui, come in un gioco di scatole cinesi, ogni storia ne ingloba un’altra includendo una scrittrice scomparsa, un amore perduto, una bambina sottratta alla madre, due sposi in luna di miele morti avvelenati in un hotel di una località termale.
Non posso dire di più altrimenti priverei il lettore della sorpresa che, dopo un inizio piuttosto lento, compare quasi a ogni pagina, ma posso assicurare che alla fine tutto troverà spiegazione e non resterà alcun mistero insoluto sia sulla morte degli sposi sia, contrariamente alla realtà, sulla sparizione di Agatha Christie.
Il caso Agatha Christie non è un giallo alla Christie e il poliziotto a riposo Frank Chilton non è un investigatore alla Poirot, tuttavia questo romanzo è ricco di tensione narrativa e inoltre presenta un’acuta analisi della situazione in Inghilterra e in Irlanda all’indomani della Grande Guerra, offrendo un ottimo spaccato dei giovani tornati traumatizzati e indeboliti, dei contagiati dall’epidemia di Spagnola, delle madri nubili nella cattolicissima Irlanda dell’inizio del ‘900.
De Gramont lavora di fantasia su uno sfondo attendibile dal punto di vista storico donando grande umanità al personaggio reale di Agatha, ma anche grande spessore ai personaggi inventati come l’amante di Archie Christie, che non corrisponde a Nancy Neele la vera amante, e l’ispettore Chilton anche lui reduce di guerra senza più sogni e speranze che riuscirà a trovare una nuova ragione di vita dopo questa indagine.