Il giorno dei limoni neri – Alessandro Di Domizio



Alessandro Di Domizio
Il giorno dei limoni neri
Laurana
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In un carcere di massima sicurezza trova ospitalità da oramai più di vent’anni un certo Giacomo Riesi. Si sta facendo la galera, come si dice in gergo, è rispettato e potremo dire anche amato dagli altri detenuti e anche dai secondini e dal personale educativo e direttivo.  Data la lunga pena si capisce che non è dentro per reati minori. Infatti appartiene ad una cosca mafiosa e per la sua famiglia ha fatto di tutto: ucciso, vendicato e tutto quello che lascio alla vostra immaginazione.  Ma all’interno delle quattro mura viene uccisa Sara Trevisan una giovane e bella ispettrice che ad un certo punto era diventata la sua amante.  L’apparente calma di questa struttura chiusa viene sconvolta. I precari equilibri franano. Inoltre emerge che Sara è stata uccisa con modalità che richiamano quella inflitta tanti anni fa a sua moglie.  Giacomo riesuma antichi ricordi e segue un filo comune che colleghi il dentro con il fuori. Vi troverà l’eco e la presenza di antiche faide e intrighi tra famiglie mafiose e anche poi chi è invece collegato solo in maniera marginale ma capace comunque di incidere e ferire.  Nella Majella, in questa terra aspra andrà alla ricerca dei veri colpevoli scontrandosi con vite e sensibilità diverse.  L’interno del carcere diventerà permeabile per le sue ricerche. Evocativa è anche la menzione della vendetta familiare chiamata malasangu: i padri, dopo aver distrutto la vita dei figli, indossavano il loro abito matrimoniale e si consegnavano al primogenito per farsi uccidere.  Purtroppo in questa maniera le divinità avrebbero continuato a rovinare a tempo indefinito la vita dei figli. Giacomo riuscirà, a modo suo, a liberarsi da questa maledizione e restituire a se stesso un briciolo di senso e serenità alla sua vita.

Lo scrittore ci consegna un giallo bello e articolato che richiama altri libri degli anni settanta. L’autore insegna da vari anni in carcere e questo gli ha permesso di attingere a piene mani a questa dolente quotidianità. Tenendo conto che è pure un carcere di massima sicurezza e quindi posto dove vi sono detenuti che hanno commesso crimini  di tipo mafioso lo scrittore è molto bravo a restituirci gergo e gestualità di quell’ambiente inserendo il tutto in una costruzione narrativa efficace e piacevole. 

Roberto Estavio

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