Carol Starkey è il fiore all’occhiello della Squadra Artificieri di Los Angeles e muore mentre sta svolgendo il suo dovere, a causa dell’esplosione di un ordigno durante le operazioni di disinnesco.
Muore per centosessanta secondi, ma poi il suo cuore ricomincia a battere, in tempo per vedere che il suo compagno nella vita e sul lavoro, David “Sugar” Boudreaux, non ce l’ha fatta ed è steso, esanime, accanto a lei. Questa è la scena che tormenta in continuazione l’agente Starkey anche a distanza di anni, mentre tenta disperatamente di tornare a una vita normale.
Il destino ha in serbo per lei una degna vendetta, quando si troverà coinvolta nelle indagini per identificare e arrestare il pazzo omicida che provoca la morte di un altro compagno di squadra, dilaniato da una bomba nel parcheggio di un supermercato.
Una storia non troppo impegnativa ma ben strutturata, con un coinvolgente crescendo di pathos e adrenalina. La protagonista (curiosamente al femminile) è inaspettatamente coraggiosa, sofferente ma caparbia e determinata, a tratti antipatica e dal carattere ruvido che non lascia alternative: la si odia o la si ama.
Robert Crais riesce a creare così un interessante connubio tra la cruda efferatezza degli omicidi causati dagli esplosivi e l’umanità dell’agente Starkey, fortemente provata da una vita complicata ma pronta a rimettersi in gioco sfruttando la seconda occasione che le è stata regalata.
