Nel Nuovo Policlinico di Milano, un ospedale ad altissimo profilo scientifico e sperimentale, avvengono una dopo l’altra e a breve distanza di tempo due morti misteriose e raccapriccianti. Le vittime sono Zorzoli, un neurochirurgo di gran vaglia, aiuto anziano del professore Ferraresi e suo erede designato e Cottafava, un cardiochirurgo, braccio destro del primario Camilla Scarpati. Insomma, sono stati uccisi due eccellenti medici, stimati dalla direzione sanitaria, dai colleghi e personalmente coinvolti nella ricerca pura. Sono stati assassinati con metodi efferati che rimandano alle loro specializzazioni. Il neurochirurgo è stato ritrovato barbaramente ucciso nella sua abituale sala operatoria da un’infermiera che iniziava il suo turno. Ma poco più di una settimana dopo sarà la volta del cardiochirurgo, ammazzato con un catetere sul lettino della sala angiografica. Entrambi prima di morire sono stati drogati. Chi ha agito ogni volta si è servito di strumenti attinenti alla specialità della vittima sacrificata. Chi ha commesso quei delitti ? Per forza deve essere stato qualcuno legato all’istituto o per lo meno in grado di andare e venire senza problemi. Le modalità degli omicidi farebbero pensare a un perverso disegno di un serial killer psicopatico. Ma chi ha colpito doveva anche poter disporre di un alto grado di conoscenza in campo medico scientifico. E quale poteva essere il motivo per eliminare quei due medici in particolare? E in un modo tanto atroce e punitivo? Il difficile e controverso caso, che rischia di infiammare i media a dismisura è stato affidato al vicequestore Aliprandi, sulla cinquantina, scapolo impenitente, uomo colto che sa abbastanza di medicina per averla studiata durante tre anni all’università e quindi con un occhio più attento di altri del suo settore. E infatti il vice questore Aliprandi, avvalendosi anche di occhi e orecchie lucide che operano direttamente all’interno della clinica, scartate torbide piste passionali, comincerà ad allargare la sua indagine verso lo sporco mondo degli interessi ospedalieri più abietti e controllati dai grandi sponsor e in cui si conducono guerre clandestine senza regole e sulla pelle degli ammalati. Ciò nondimeno Lorenzo Aliprandi e la sua brillante squadra della sezione omicidi, commissariato Milano Navigli, si troveranno impelagati in un caso molto difficile e pericoloso per chiunque cerchi di capirci qualcosa, in una spasmodica lotta contro il tempo per riuscire a individuare e bloccare il killer che ha già ripreso a uccidere usando le stesse efferate e diaboliche modalità e si sta accanendo su altri camici eccellenti, seminando dietro di sé una brutale scia di sangue.
Stem Cell. Delitto eccellente è un fantathriller basato sulla potenziale applicazione pratica di elementi, al giorno d’oggi nella mente e nei sogni dei ricercatori e relegata solo ai laboratori, ma che potrebbe in futuro rivoluzionare la vita di una parte dell’umanità.
L’autore Paolo Gaetani, lui stesso medico e neurochirurgo, sa coniugare molto bene la materia che tratta e la inserisce nel testo con gran rispetto di regole e tempi. In Stem Cell si serve della fiction per tratteggiare i grandi temi delle sregolate regole dell’attuale Sanità e delle sue Istituzioni in un’attualità mai tanto presente sotto gli occhi di tutti e densa di contradditori significati come in questi giorni. In alcuni casi il giuramento di Ippocrate appare lontano e controverso.
Accanto al tema principale delle storia s’intrecciano con i crimini gli imbrogli, i tradimenti, gli interessi economici, la vita e la psicologia dei vari personaggi. E attenti ad affidarsi a braccia che sembrano pronte a sorreggervi, potrebbero non dimostrarsi benevole. Ma a conti fatti il personaggio più stuzzicante e armonicamente disarmonico è il protagonista, il vicequestore di Polizia Lorenzo Aliprandi. E questo caso sembra studiato apposta per lui, uomo di legge e di buone letture ma che ama sguazzare nella medicina, facoltà che ha frequentato. Addirittura era deciso a diventare medico legale e invece ha dovuto abbandonare per gravi lutti familiari. Per cui un vice questore ma medico mancato che l’autore presenta ai lettori, ma senza svelare troppo, forse per concedere spazio all’immaginario?
Un medical thriller di qualità con le pedine che si muovono con attenzione su una scacchiera forse troppo usurata e molto timorosa di cambiamento.
Da questo romanzo, è già stato tratto l’omonimo film per la regia di Giuseppe Di Giorgio, con Giuseppe Di Giorgio, Alberto Sette, Roberta Barbiero, Pietro Sala e Lorenzo Marangon.