La sequenza mirabile



giulio leoni
La sequenza mirabile
mondadori
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Una stravagante coppia di personaggi, padre e figlia, bussa alla porta del nostro autore che si lascia, quasi suo malgrado, trascinare nel gioco e si fa interprete e voce narrante di questo strano intreccio metafisico.

Il subdolo richiamo a una morte lontana, a Nizza, e l’interferenza di sette ricchissimi nani acrobati, con un circo a fare da sfondo, conducono al maleficio di un irraggiungibile segreto per vincere alla roulette, ottenere la ricchezza matematicamente con la sequenza mirabile che dona la conoscenza esatta. Ma il vero, pericoloso, unico interprete dell’intreccio narrativo è il male, complice l’erotica tentazione di una eterea Biancaneve dai capelli rossi. Lo scrittore cedendo alla curiosità, alla fascinazione, ai colpi di scena misteriosi che lo rimandano al ventennio, a una Fiume post bellica con Gabriele d’Annunzio e i suoi fidi, si trova suo malgrado coinvolto, anche di persona, in una sarabanda infernale e in una scia di incidenti e delitti con le morti che si susseguono come macabri comprimari.

Leoni, battendosi come un moderno Donchisciotte e rischiando addirittura la pelle, ci trascina malignamente a scervellarci in una specie di rebus enigmistico, ci accompagna in un intermezzo carnevalesco veneziano e nell’esilio dorato di un povero folle ufficiale di marina, ex eroe. Ma cosa c’entra il Vate con i nani? E chi sarà il deus ex machina di tutto l’intrigo?

La storia si chiude, lasciandoci l’amaro in bocca con la vacuità di tante illusioni.

patrizia debicke

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